7.0
- Band: DEFLORATION
- Durata: 00:36:40
- Disponibile dal: 12/11/2010
- Etichetta:
- War Anthem Records
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Quando si dice “old school death metal” nasce un curioso gioco di rimandi fonetici: “old skull”, che aiuta a dettagliare l’argomento molto meglio di certe farraginose chiacchiere; poi vengono i nomi, per il gusto della citazione, e non ci possiamo esimere dal tirare fuori i Cannibal Corpse dei primi due album, dunque non quelli che vanno per la maggiore oggi. Per questo disco, i Defloration sembrano aver fatto un percorso che parte dallo studio filologico di quei due platter (qualche partitura thrashy ereditata dagli Slayer di “Hell Awaits”, struttura metrica dei testi, batteria eternamente dritta) per poi procedere verso un’interpretazione personale di quel sound, a volte ibridandolo con i primissimi Morbid Angel, a volte aggiungendo qualche solo sensato e cercando di non scrivere dieci volte lo stesso pezzo. La caratteristica che più colpisce di questo gruppo è il buon riffing, che crea un groove altrettanto buono: testimone di queste parole sia il trittico centrale “Digested By Conspecifics”/“The Real Massacre Of Knife”/“The Religious Way” (tre piccole perle); tutte le canzoni sono supportate da una voce forse non portentosa, ma adatta alla bisogna: gutturale e profonda, ogni tanto ci concede qualche scream, finendo per ricordarci una versione meno estrema del cantante dei Cock And Ball Torture. La chiusura dell’album, la cui produzione non è certo fine ma sicuramente efficace nella scelta dei suoni, viene affidata a “Negation Of God” che, in opinione di chi scrive, rappresenta l’archetipo di brano epico secondo il gruppo. Per quanto il sottoscritto tenda ad esaltarsi con lavori di questo tipo, bisogna essere obiettivi e riconoscere che molto oltre il sano divertimento, in questo caso, non si va: tuttavia nella faretra di questo gruppo ci sono frecce che possono inchiodare gli appassionati del genere all’ascolto del loro quarto album, consigliato anche a tutti coloro che intendano ampliare la comprensione di questo movimento. Una curiosità: la copertina è opera di Mike Hrubovcak dei Monstrosity.