9.5
- Band: DEFTONES
- Durata: 00:53:00
- Disponibile dal: 20/06/2000
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Sull’origine del suo titolo se ne sono dette di tutti i colori (pare si tratti di un riferimento alla cocaina), ma è soprattutto la musica a rendere “White Pony” un disco speciale, destinato a segnare una svolta in casa Deftones e non solo. Il sound nu metal ancora grezzo del debutto “Adrenaline” e del successivo “Around The Fur” viene plasmato con inserti new wave sempre più frequenti che conferiscono alla band un volto unico, estremamente affascinante, straordinario nel passare dalle partiture heavy ai break ipnotici e suadenti senza alcuna forzatura. L’ingresso in pianta stabile del dj Frank Delgado ha contribuito in maniera fondamentale alla svolta sopra citata, ma anche il contributo di Terry Date in qualità di produttore risulta quanto mai opportuno. L’inizio è subito dirompente con “Feiticeira”, perfetta nell’amalgamare i nuovi spunti all’interno di una struttura ben collegata al passato della band, ma già dalla successiva “Digital Bath” entriamo in un nuovo universo, tremendamente leggero, in cui Chino Moreno urla un significativo “I feel like more”. La tensione non accenna a diminuire con i graffi indelebili lasciati da “Elite” e “RX Queen”, prima dell’estasi definitiva a titolo “Knife Party”. Il turbine di emozioni non accenna a placarsi e prontamente giunge “The Passenger”, pezzo criptico e dai connotati progressive in cui splende il duetto di Chino con l’ospite d’eccezione Maynard Keenan dei Tool. “White Pony” non si concede il benché minimo calo di tensione, regalandoci un finale emozionante con la ballata “Change”, da considerarsi l’apice espressivo del singer Moreno e con lo splendido crescendo di “Pink Maggit”. I Deftones sono giunti alla perfezione con un disco che resterà a lungo nei nostri stereo e nelle nostre menti.