6.5
- Band: DEICIDE
- Durata: 00:36:50
- Disponibile dal: 25/11/2013
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Il nuovo album targato Deicide è fortunatamente una dignitosa risposta a tutti coloro che si aspettavano l’ennesima decadenza qualitativa nella carriera dei death metaller statunitensi. Dopo il dozzinale “To Hell With God”, i Nostri infatti si riprendono un pochino, aggrappandosi all’esperienza del solito Steve Asheim, ormai il vero motore della formazione, e all’entusiasmo di Kevin Quirion, finalmente confermato come chitarrista dopo l’ormai noto tira e molla con Ralph Santolla. “In The Minds Of Evil” non è assolutamente un album clamoroso, ma, andando sul sicuro con delle trame che, almeno nelle intenzioni, parrebbero volersi avvicinare allo spirito di un “Once Upon The Cross”, questo riesce ad offrire del materiale tutto sommato divertente, configurandosi come un classico lavoro “di sostanza”, in cui il gruppo gioca più o meno le carte giuste, senza strafare, dando ai fan tutti quegli elementi che negli anni d’oro hanno contribuito a creare il mito Deicide. Messe in conto le purtroppo immancabili cantonate – “Godkill” ha un riff portante così banale da far apparire i Master come degli spericolati innovatori al confronto, mentre “Kill The Light Of Christ” è l’ennesimo brano-macchietta di cui certamente non si sentiva il bisogno – l’opera quindi non dispiace: si sentono delle buone tracce – vedi “Between The Flesh And The Void” – la produzione risulta più rude e azzeccata rispetto a quella di “To Hell…” e il gruppo in generale dà l’idea di essere più affamato, forse anche per rispondere a tono alla buona prova offerta dagli Amon degli odiati fratelli Hoffman. Francamente, resta l’impressione che i Deicide ormai non siano più in grado di comporre un vero grande disco, tuttavia potremmo arrivare anche a firmare per assicurarci altri album come questo nel loro cammino verso la pensione. La continuità e il valore di colleghi come i Cannibal Corpse sono probabilmente irraggiungibili, ma almeno questa volta i Nostri hanno fatto meglio di Obituary o Morbid Angel, altri veterani che ormai stanno abituando il pubblico ad opere quantomeno scadenti.