voto
6.0
6.0
- Band: DEICIDE
- Durata: 00:35:43
- Disponibile dal: 15/02/2011
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Parliamoci chiaro: molti di coloro che ascoltano un nuovo album dei Deicide lo fanno con la speranza di trovare in esso un barlume della ferocia e della strabordante efficacia di un “Legion”, il vero capolavoro della death metal band statunitense. E non importa che siano trascorsi quasi vent’anni dalla pubblicazione di quell’album… del resto, soprattutto nei primi anni 2000, il gruppo ha fatto di tutto per far duramente rimpiangere i propri esordi, dando alle stampe lavori uno più insignificante dell’altro. Le cose sono andate meglio con i più recenti capitoli discografici – “Scars Of The Crucifix”, “The Stench Of Redemption” e “Till Death Do Us Part” – tutti buoni, se non buonissimi… ma anche in questi casi in molti hanno avuto qualcosa da ridire: altalenante il primo, troppo melodico il secondo, eccessivamente cupo e introspettivo il terzo. Insomma, qualsiasi cosa facciano, i Deicide sono da tempo costretti a dover fare i conti con lo spettro del suddetto “Legion”, album ormai leggendario e certamente insuperato nella loro discografia, vero simbolo del death metal più barbaro e iconoclasta, la cui atmosfera malsana fa ancora oggi scuola. Tale situazione è destinata a ripresentarsi, ne siamo certi, con l’arrivo nei negozi di questo nuovo “To Hell With God”, disco all’apparenza più ferale del precedente “Till Death…” (basta vedere titoli e copertina), ma, in realtà, alfiere di un sound che probabilmente urterà non poco alcuni dei più affezionati ascoltatori del quartetto floridiano. Se infatti il riffing e le ritmiche snelle e spedite sembrano voler rifarsi al periodo “Scars…”/”The Stench…” – e fin qui la cosa potrebbe star bene a tanti, anche se l’ispirazione appare generalmente un po’ in calo – i suoni in cui sono stati avvolti i brani questa volta lasciano un po’ interdetti. Mettendo infatti Mark Lewis (Trivium, Devildriver, Chimaira) alla regia, i Deicide hanno creato quello che è sicuramente il loro album più “pulito” e moderno, ma anche quello meno personale a livello di produzione. Nei brani si sente ovviamente il tocco Deicide – dall’intenso drumming del leader Steve Asheim ai classici ruggiti “in rima” di Benton, passando per il guitar-work agile e conciso – ma tutto risulta meno aggressivo del solito. In certi casi, tanto tutto è levigato, si ha persino l’impressione che il platter suoni innocuo o addirittura vuoto, senz’altro privo di quella ferocia che da decenni è il primo marchio di fabbrica dei nostri. Certo, ciò è causato anche dal fatto che alcune di queste tracce siano ben lungi dal rappresentare delle nuove hit del repertorio (parti di “Empowered By Blasphemy”, oppure “Servant Of The Enemy” e “Into the Darkness You Go”); tuttavia, anche quando il songwriting si presenta “in palla”, come nella prima parte delle tracklist, è assai forte la sensazione che questo materiale funzionerà decisamente meglio dal vivo che su CD. In definitiva, per certi aspetti “To Hell With God” è un disco importante per i Deicide: una nuova etichetta, un nuovo produttore, il rientro in pianta stabile (o così pare) di Ralph Santolla alla chitarra solista. Se però si analizzano la qualità di alcuni brani e la suddetta produzione, più di un interrogativo giunge alla mente. Un nuovo album di transizione? Forse… di certo un lavoro con alti e bassi, che, come è sempre accaduto negli ultimi anni, dividerà e farà discutere a lungo i fan della band.