7.0
- Band: DEINONYCHUS
- Durata: 00:45:09
- Disponibile dal: 01/12/2017
- Etichetta:
- My Kingdom Music
- Distributore: Audioglobe
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Dieci lunghi anni sono trascorsi dall’ultimo album dei Deinonychus, “Warfare Machines”. Fin lì, il progetto di Marco Kehren aveva tenuto ritmi sostenuti nella produzione di nuova musica, arrivando a sette dischi nell’arco di tredici anni, quanti ne passano dall’esordio su lunga distanza “The Silence Of December” a quello che fino a pochi giorni fa era l’ultima testimonianza discografica degli olandesi. La quiete si spezza con il nuovo “Ode To Acts Of Murder, Dystopia And Suicide”, che a dispetto di un titolo assai poco rassicurante non si ripiega su se stesso per tornare al soffocante, immobile, doom dei primi tempi, ma prosegue il discorso più legato al black metal racchiuso nelle ultime fatiche. Una proposta contemplante ruvidezza e sinfonie senza trascurare i sentimenti di abnorme depressione permeanti ogni mossa dei Deinonychus; le canzoni si distendono snelle, alternando fraseggi rapidi a intristimenti gotici, levigati quanto basta per far emergere la particolare indole melodica della formazione, incline a una disperazione rabbiosa, veicolata principalmente dal latrato lacerato di Kehren, che ha mantenuto intatta la sua forza espressiva. Il riffing sposa piuttosto soluzioni tardonovantiane, insistendo su giri abbastanza semplici e sporchi, essenziali e ben definiti, facendo trasparire a tratti, nei midtempo più quadrati, qualche lieve rimando sludge. Il lavoro di chitarra ha comunque una sua personalità caratteristica e vi è un’impronta distintiva in ogni singolo brano; la cura per la forma canzone e un susseguirsi di fasi ben calibrate e collegate in modo ordinato segnala la volontà del gruppo di aprirsi a un novero potenzialmente elevato di ascoltatori, non solo ai fan che ne seguono da tempo l’operato. In questo, hanno poi un’importanza fondamentale le tastiere, suonate da Markus Stock (Empyrium, The Vision Bleak), enfatizzanti gli istanti emozionalmente più intensi, quelli dove il fragile equilibrio mentale sembra doversi spaccarsi in mille pezzi da un momento all’altro. All’interno di una tracklist complessivamente priva di cadute fragorose, come d’altronde di picchi qualitativi eccelsi, la band sfodera il repertorio migliore quando si abbandona a un isterico sconforto. Soprattutto nella prima manciata di tracce, ricami relativamente tranquilli, che sanno quasi di vecchi Opeth trasposti nell’ambito del depressive black metal, si intrecciano con fare mesto a tappeti tastieristici lugubri ed elegantemente funerei. Si osserva una sorta di compiacimento nell’osservare il proprio dolore e accrescerlo con le poderose coltellate portate dalla voce principale, onnipresente e umorale, l’elemento che funge da vero motore espressivo per i Deinonychus. Consigliamo “For This I Silence You” come punto di partenza per il miserevole viaggio nella psiche di Kehren: se per voi il black metal è soprattutto un autocompiaciuto contorcimento nelle negatività partorite dalla mente, “Ode To Acts Of Murder, Dystopia And Suicide” fa al caso vostro.