7.5
- Band: DELAIN
- Durata: 00:54:38
- Disponibile dal: 22/06/2007
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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I Delain meritano almeno un occhio di riguardo. Sì, perché sono la seconda chance di Martijn Westerholt, talentuoso tastierista e compositore, che i più attenti avranno già conosciuto nei primi lavori degli olandesi Within Temptation. E’ proprio con questa band che Martijn si è fatto le ossa per ben cinque anni, ma nel 2001, proprio quando la band inizia a raccogliere i frutti di tanto lavoro, ecco che al tastierista viene diagnosticata una malattia cronica tanto invalidante da obbligarlo a lasciare la band. Una mezza disgrazia. Fortunatamente dopo sei anni il Nostro si è ripreso, ha raggruppato grandi nomi della scena e si appresta ad entrare prepotentemente nel mercato gothic metal con “Lucidity”, album di debutto pubblicato dalla sempre attenta Roadrunner Records. L’album mostra da subito le influenze di Westerholt, sempre rivolte al lato orchestrale della musica, paradossalmente molto più vicino alla seconda incarnazione dei Within Temptation che non alla prima versione. I tre pezzi posti in apertura vanno ad esplorare interamente quello che è lo spettro sonoro dei Delain che, non potendo puntare sull’originalità, si rivolgono alla varietà interpretativa, assicurata dalla presenza di nomi del calibro di Sharon Den Adel (Within Temptation), Liv Kristine (Leaves’ Eyes, ex-Theatre Of Tragedy), Marko Hietala (Nightwish, Tarot) e soprattutto della giovanissima e promettente Charlotte Wessels, ex cantante dei To Elysium. E’ proprio il continuo susseguirsi di voci così diverse a rendere l’album scorrevole e piacevole dall’inizio alla fine, con i dovuti momenti memorabili, come la bella “Shattered”, il cui giro orchestrale colpisce nel segno pur con la sua apparente semplicità, oppure la oscura “Sleepwalkers Dream”, dove abbiamo modo di apprezzare appieno la classe compositiva di Martijn Westerholt, incredibilmente abile nel coniugare semplicità e fascino in pochi minuti di canzone. Ottima anche la produzione, potente e cristallina al tempo stesso, che nulla ha da invidiare alle band (per ora) più blasonate del genere. Un lavoro consigliato a tutti gli amanti delle sonorità gothic orchestrali, che si va a posizionare mezzo centimetro al di sotto dell’ultimo Within Temptation.