DELIRIO DE CORDURA – Metalurgia

Pubblicato il 10/09/2024 da
voto
8.0

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In un’era in cui, grazie alla rete, è difficile immaginare di perdere qualcosa di interessante per strada, lo smisurato sottobosco metal ci conferma che c’è sempre spazio per nuove, stimolanti sorprese.
È decisamente questo il caso con i Delirio De Cordura, in realtà una one-man band che vede il costaricano Esteban nei panni di cantante, chitarrista, rumorista, manipolatore di macchine ed effetti visivi – in un amalgama che abbiamo avuto modo di testare prima dal vivo che su disco, rimanendo decisamente colpiti dal vero e proprio rituale maligno che riesce a imbastire.
Capita quindi alla perfezione la recentissima uscita di “Metalurgia” per parlarvi di questo progetto apocalittico e insieme dissacrante, un’esperienza sonora (e multimediale, come detto) che riesce anche, in qualche modo, a portare in un universo musicale concretamente urbano un tocco di realismo magico che solo il Centro e Sudamerica sanno esprimere così – come dimostrato anche in ambito letterario e cinematografico.
Nella sua corposa discografia – è infatti attivo dal 2008 – Esteban ha fatto sicuramente sua la lezione dei Ministry, partendo a ben vedere proprio in maniera simile ai primi vagiti industriali dello zio Al; da quei primi dischi più acidi, oggi l’evoluzione l’ha portato a comporre brani che spaziano in tutto l’ambito industrial/sperimentale, senza però mai la sensazione di un pastiche senza un disegno preciso, anzi: tutto concorre a creare un senso di profondo straniamento che assorbe profondamente l’ascoltatore.
Dalle tracce più estreme, dove non mancano spruzzate black metal, ma anche inserti quasi classici (“Agonia O Paz”) a pezzi che rileggono in chiave più aggressiva, semplicemente, stilemi dark (“Sueña Con Escapar”); ci sono momenti smaccatamente EBM, quasi tanz metal, che si trasformano in operazioni a cuore aperto (“Nuevos Engaños”, “Mas Allá Del Fuego”), echi dei Killing Joke più ritualistici e tossici (era “Hosannas…”, per intenderci), passaggi marziali e feroci, linee di basso allucinate, filtri vocali dosati a dovere… Persino suggestioni del Jodorowsky più malato, come in “Antes Del Amanecer” o in“Pueblo Fantasma”, uno dei brani più ritmati e conturbanti, anche grazie al crescendo costruito su una batteria elettronica quadratissima.
A proposito di traslazioni verso altri media, anche in assenza dei visual che lo accompagnano dal vivo, a base di horror di serie B – quindi per noi la vera serie A, ovviamente – sono tanti i richiami che, sinesteticamente, arrivano in mente all’ascolto, da Tetsuo (“Tempos De Futurismo”, una discesa agli inferi attraverso gironi di metallo liquido) a Cronenberg, in un viaggio attraverso l’alienazione dell’uomo moderno. E che ha spesso, materialmente, i ritmi di una sceneggiatura (ottimo esempio ne è “Reparador”).
Ottima, infine, la scelta di optare per la lingua madre spagnola, che segue efficacemente le linee melodiche (o la loro assenza) e crea un gran senso di straniamento nel suo andamento gracchiante, eppure sempre comprensibile: proprio come se declamasse rituali da un altare coperto di sangue.
Nel complesso, una scoperta un po’ tardiva, ma che non mancheremo di seguire nel suo percorso esoterico-musicale, sperando di aver modo di rivedere questo delirio anche su qualche marcio palco italiano.

TRACKLIST

  1. Misteriosa Identidad
  2. Agonía O Paz
  3. Aniquilando
  4. Nuevos Engaños
  5. Antes Del Amanecer
  6. Mas Allá Del Fuego
  7. No Hay Salvación
  8. Pueblo Fantasma
  9. Seres Espectrales
  10. Tiempos De Futurismo
  11. Reparador
  12. Sueña Con Escapar
  13. Vas A Despertar
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