8.0
- Band: DELIRIUM X TREMENS
- Durata: 00:49:00
- Disponibile dal: 30/11/2016
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
- Distributore: Andromeda
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La montagna si agita, respira, con il suo soffio millenario scuote le cime degli alberi e i cuori degli uomini, rapiti dalla sua accecante bellezza. Un paesaggio incontaminato e fuori dal tempo, in cui la Natura scandisce ancora il ritmo delle giornate e le antiche tradizioni prevalgono sulla caoticità della vita moderna, in un lento susseguirsi di piccoli gesti quotidiani e di storie raccontate intorno al crepitio del fuoco. A cinque anni di distanza dalla loro ultima prova discografica, l’ottimo “Belo Donum, Echoes from the Past”, è qui che ci trasportano i bellunesi Delirium X Tremens, da ascrivere ormai ufficialmente tra le realtà più sottovalutate del panorama death metal italiano e autori con questo “Troi” dell’ennesima opera curatissima e visionaria. Un ricco concept album che, partendo da una solida base estrema, si inerpica a poco a poco su sentieri affatto scontati, tingendosi ora di velleità folk (date anche dall’utilizzo di strumenti tradizionali), ora di atmosfere dal sapore cinematografico, durante le quali i Nostri mettono a nudo tutta la loro vena drammatica. Racchiusa in una produzione calda e organica, perfetta per un suono tanto emotivo e viscerale, la tracklist si snoda attraverso una moltitudine di intuizioni felicissime e soluzioni poliedriche, siano esse un intervento di voce pulita, una linea melodica agile e ficcante o una feroce sfuriata in odore di Morbid Angel e Behemoth, per un risultato complessivo in grado di polarizzare l’attenzione fin dal primo ascolto, quasi fosse un incantesimo. Un disco epico nella migliore accezione del termine, ben lungi dallo scadere nella ridondanza e nella pacchianeria di moltissimi esponenti del filone pagan/folk scandinavo, frutto di una band dallo stile affinato e più che mai propenso a cristalizzarsi in brani di rara eleganza e passionalità, sferzati da una grigia malinconia. Dalle reminiscenze black metal di “Ancient Wings” e “The Picture” ai processi alchemici ribollenti di “The Dead of Stone”, passando per i sette, monumentali minuti di “Spettri nella Steppa” (senza dubbio l’episodio più ambizioso mai scaturito dalla penna del quartetto, inglobando al suo interno parentesi recitate, vibranti clean vocals e strazianti digressioni estreme), “Troi” è la definitiva prova di forza dei Delirium X Tremens. Un disco che forse, schiacciato dalla mole della concorrenza, non andrà oltre i soliti circuiti nostrani, ma non per questo meno meritevole di attenzione. Un omaggio alla propria terra che è anche un piccolo gioiellino.