7.0
- Band: DEMENTIA SENEX , SEDNA
- Durata: 00:15:32
- Disponibile dal: 13/03/2015
- Etichetta:
- Drown Within Records
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Poche chiacchiere ed una sostanza breve ma intensa caratterizzano il contenuto di “Deprived”, split album che vede coinvolte due interessanti realtà del centro-nord Italia, corrispondenti al nome di Dementia Senex e Sedna. Avevamo lasciato i primi al buon “Heartworm”, un EP risalente ad un paio di anni fa contenente una credibile rilettura dei canoni sludge/post-metal imperanti dall’altra parte dell’Oceano, mentre risale a poco tempo fa la nostra recensione in merito a “Sedna”, prima omonima opera del terzetto capace di inscenare un black metal catatonico e molto atmosferico nelle note del debut album. Oggi i due gruppi uniscono le forze pubblicando una canzone ciascuno e dando vita ad un lavoro per certi versi speculare nella sua struttura: entrambi i brani infatti mantengono una durata molto simile, sviluppando al loro interno trame musicali differenti nello svolgimento, ma non troppo dissimili nelle intenzioni. “Blue Dusk”, dei Dementia Senex, apre le danze con toni soffusi e delicati, prima di passare rapidamente a toni accesi e ritornare verso la metà del brano ad un’apertura dilatata ben congegnata: chi conosce la band, sarà già avvezzo alle continui variazioni di umori a cui i Nostri sottopongono l’ascoltatore, visto il finale sostenuto e pieno di phatos della canzone, e possiamo affermare che rispetto al passato, il songwriting si è fatto forse un pelo più prevedibile, ma meglio organizzato e più posato. Anche “Red Shift” introduce ad un ascolto apparentemente pacato, passando poi gradualmente ad un indurimento nel sound davvero pregevole, arrivando persino al blast beat in un senso di fluida continuità che manca forse alla composizione pubblicata dai Dementia Senex. Rispetto al recente passato, l’influenza di una pietra miliare come i Neurosis, già presente nel debut album, si fa oggi preponderante nelle scelte stilistiche dei Sedna, che affievoliscono in parte l’afflato black metal, che rimane oggi protagonista solamente nell’impostazione vocale, in favore di una malinconia rabbiosa molto vicina appunto al collettivo americano guidato da Scott Kelly e Steve Von Till. Ad ogni modo, “Deprived” sa, pur nella sua esigua durata, mostrare la prolifica creatività di due band che interpretano nel migliore dei modi un tipo di sonorità molto note e praticate fuori dai nostri confini, ma probabilmente ancora non abbastanza esplorate all’interno del nostro Paese: alla luce di questo, apprezziamo ancor più un prodotto come “Deprived”, attendendo naturalmente di poter ascoltare nuove pubblicazioni di lungo minutaggio da parte di entrambe le compagini emiliane.