
8.0
- Band: DEMIURGON
- Durata: 00:36:34
- Disponibile dal: 31/05/2015
- Etichetta:
- Ungodly Ruins Productions
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Demiurgon, ossia l’ennesima riprova del fiorente stato di salute della scena estrema italiana. In punta di piedi e senza alcun battage pubblicitario che ne anticipasse le mosse, questo gruppo di veterani – nelle cui fila contiamo ex e attuali membri di Hatred, Unbirth e Valgrind – ha dato alle stampe uno dei migliori dischi death metal dell’ultimo lustro, insidiando il trono presieduto da Hideous Divinity, Hour Of Penance e Septycal Gorge e palesando un livello di ispirazione ben al di sopra della media, a tratti sbalorditivo per efficacia e furia distruttiva. La chiave del successo di “Above The Unworthy” è presto detta: il dinamismo su cui poggia l’intera tracklist. Pescando a piene mani dal repertorio di Severed Savior, Morbid Angel e ultimi Deeds Of Flesh (ma la lista potrebbe tranquillamente continuare), il quintetto emiliano ha confezionato un pugno di brani agili e scattanti, lungi dall’assestarsi su una formula che sia up o midtempo e ruotanti attorno a soluzioni imprevedibili, in cui tecnica sopraffina e musicalità contagiosa si inseguono e si intrecciano fino alle soglie dell’annientamento. Un’autentica fiumana dalla quale lasciarsi travolgere e ridurre in pezzi, sospinti dalle continue contrazioni della coppia d’asce, dall’incedere pulsante e vigoroso della sezione ritmica e dal growling intelligibile del frontman Stefano Borciani, che a colpi di metriche secche e precise detta inesorabile i tempi del massacro. Precisato che il livello medio delle composizioni sfiora sovente l’eccellenza – merito anche della produzione bombastica di Stefano Morabito, utile per esaltare le fitte trame strumentali dei Nostri – assegniamo la palma d’oro del disco a due episodi, manifesto del Demiurgon-pensiero e di un certo modo di intendere le derive più moderne del genere: “Chastisement Of Innocence”, susseguirsi di parti frenetiche e convulse sfocianti in un refrain incredibilmente catchy e cadenzato, e la terrificante “Dead Land Seasons”, il cui stacco centrale rientra senz’altro fra le cose più violente e accattivanti di tutto il 2015. Insomma, da qualsiasi angolazione si decida di osservarlo e giudicarlo, “Above The Unworthy” è quel che si dice una vera e propria fucilata, una di quelle opere destinate a far parlare di sé a lungo e a non schiodarsi più dalle playlist death metal di qualità, alla pari di un “Paradogma” o di un “Cobra Verde”. Vietato ignorarlo.