8.5
- Band: DEMON
- Durata: 00:35:07
- Disponibile dal: 01/06/1981
- Etichetta:
- Carrere Records
Spotify:
Apple Music:
I Demon fecero la loro comparsa nel 1980, pubblicando nel 1981 il loro primo full-length “Night Of The Demon”. “Metal For Muthas” era stato pubblicato da un anno e si era nel pieno della NWOBHM; come molte band dell’epoca, il quintetto di Leek suonava un genere in parte ancora legato alle sonorità dell’ hard rock seventies, senza la pesantezza e la velocità che band come Iron Maiden avevano già dimostrato. Eppure i Nostri si conquistarono un posto nella storia, forse all’insaputa di molti: i Demon sono uno di quei gruppi seminali, che apre una strada non battuta e dà il via ad una serie di eventi, ispirando musicisti che, a loro volta, ne ispireranno altri. Ripensiamo al 1981: i Black Sabbath avevano dato la stura (oltre che alla musica metal) all’approccio più esplicitamente cupo e “maligno” o, comunque, lo avevano palesato agli occhi del mondo. I Demon decisero di fondere tematiche occulte a delle performance, in qualche modo, shoccanti ed estreme; il trucco cadaverico, i temi trattati, tutto sembra indirizzare (o vivere parallelamente) ai Venom degli esordi e, quindi, far capire l’influenza che questa band possa aver avuto sulla futura nascita delle correnti estreme della musica metal. “Night Of The Demon” va naturalmente contestualizzato: ascoltato oggi, può sembrare leggero e molto più legato all’hard rock che al metal, ma va ricordato che fu inciso più di trent’anni fa. La title-track in apertura, per esempio, mira ad un riffing cupo e l’intera canzone mantiene un sound piuttosto fedele all’approccio occulto che la band voleva esporre. Se “Into The Nightmare” cede molto all’hard rock, “Father Of Time” colpisce per il suo sound ossessivo, cupo ed angosciante; non è il proto-doom dei Black Sabbath, non c’è traccia di influenze psichedeliche, solo un sound nero e denso. Con le successive “Decision”, “Liar” e “Big Love”, i Demon si avvicinano nuovamente all’hard rock. Questo non deve stupire, stiamo parlando di un periodo in cui esordivano band come Raven o Tygers Of Pan Tang, Witchfinder General e Def Leppard vivevano negli stessi circuiti e pure uno degli “eterni” cavalli di battaglia degli Iron Maiden era “Running Free”; e proprio nello spirito di quest’ultima va considerata “Ride The Wind”, con il suo riffing d’ispirazione vagamente US Rock, oppure “Fool To Play The Hardway”, una ballad in tipico stile di quello che sarà, da lì a qualche anno, il glam metal. Si chiude con “One Helluva Night”, nuovamente un pezzo che “tira” ma che sa essere anche d’atmosfera. Dopo questo disco, i Demon ne faranno molti altri, virando spesso sull’hard rock, ma sapendo sempre mantenere una personalità ben definita, a dispetto delle mode e dei periodi. “Night Of The Demon”, più di molti altri dischi, è un documento di quella che fu la NWOBHM, un momento storico (dal punto di vista musicale) che troppo spesso viene associato solo agli Iron Maiden, band che – per molti versi – non è invece rappresentativa al 100% di quel movimento. Questo disco (ed anche il successivo “The Unexpected Guest”) va ascoltato, capito e vissuto. Come un cimelio, merita la ricerca e l’ascolto su vinile, cercando di ricreare quell’epoca che vide iniziare tutto e nascere band destinate ad un successo mondiale e duraturo, o ad un pubblico di affezionati ristretto ed esigente, oppure a sparire del tutto – eppure, in un’ unica parola, seminali. “Night Of The Demon” è una summa della NWOBHM, ogni appassionato di heavy metal, nelle sue mille declinazioni, saprà riconoscere in questo disco qualcosa delle sue band preferite e, magari, iniziare a scoprirne le origini, composte da formazioni spesso ancora attive e che meriterebbero rispetto ed attenzione, magari scegliendo una “vecchia gloria” che ha ancora molto da dire piuttosto che uno dei tanti fenomeni del momento, e rendendosi conto che band come i Demon avranno sempre qualcosa da dire.