6.0
- Band: DEMONICAL
- Durata: 00:36:10
- Disponibile dal: 23/03/2018
- Etichetta:
- Agonia Records
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I continui cambi di formazione, susseguitisi soprattutto dopo la pubblicazione dell’ultimo “Darkness Unbound”, hanno evidentemente tarpato le ali ai Demonical e al loro leader/bassista Martin Schulman. Lo si percepisce ascoltando questo nuovo “Chaos Manifesto”, disco composto da una line-up ampiamente rinnovata che, se da un lato cerca di mantenere intatti e riproporre tanti dei tipici trademark dello stile del gruppo, dall’altro non sembra contenere molti momenti particolarmente memorabili, fornendo anzi spesso un’accentuata sensazione di stanchezza o di “già sentito”. Nel loro ultimo periodo con il frontman Sverker “Widda” Widgren, i Demonical stavano introducendo degli elementi più macabri che parevano rappresentare una piccola rivoluzione concettuale e musicale all’interno del loro swedish death metal; vista la dipartita del suddetto cantante e di tutti gli altri membri esclusi Schulman e il chitarrista Johan Haglund, la band per “Chaos Manifesto” ha quindi ripiegato su un suono più tradizionale e su uno schematismo più rigido perfettamente calati nella tradizione del genere. La tracklist alterna sistematicamente brani orientati su ritmiche e riff sfrenati vicini ai classici Dismember e midtempo maggiormente controllati, sovente irrorati di suggestioni melodiche di estrazione classic metal. Si passa dunque da parentesi decisamente furiose ad altre più emotive, senza però che si registrino reali picchi o vertici compositivi e interpretativi. Quando il quintetto punta sulla velocità, le canzoni sembrano procedere sin troppo con il pilota automatico, mentre quando i tempi rallentano – ad eccezione della triste “From Nothing” – si ha spesso l’impressione di trovarsi davanti a degli Amon Amarth privi dei loro soliti guizzi di orecchiabilità. Insomma, un nome così affidabile come quello dei Demonical lasciava effettivamente sperare in qualcosa in più, ma indubbiamente i succitati terremoti in line-up devono avere avuto più di una ripercussione sul metodo compositivo e sull’ispirazione degli svedesi. Pur restando nel complesso al di sopra della vera mediocrità, “Chaos Manifesto” si dimostra dunque l’opera meno entusiasmante della discografia del gruppo di Avesta. Meglio rispolverare il sempre bruciante “Death Infernal”.