DEPARTURES – Death Touches Us, From The Moment We Begin To Love

Pubblicato il 03/08/2016 da
voto
7.0
  • Band: DEPARTURES
  • Durata: 00:33:29
  • Disponibile dal: 07/29/2016
  • Etichetta:
  • Holy Roar Records

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Il terzo full-length dei Departures, come prevedibile, si configura come un ulteriore spostamento verso uno stile musicale più soft e un immaginario sentimentale che poco hanno a che vedere con ciò che solitamente viene definito hardcore o punk. Davanti a “Death…” si può semmai parlare di wave, post grunge, semplice rock dai toni nostalgici o di una sorta di screamo vecchia scuola ripulito da ogni frenesia. I Departures ormai stanno al (melodic) hardcore come gli Anathema stanno al metal. Entrambi i gruppi continuano ad essere accostati a queste scene per il loro passato – più o meno remoto – da validi esponenti di certe sonorità, ma la realtà è che questi musicisti hanno da tempo le orecchie sintonizzate su altre frequenze e il loro songwriting in questo senso non lascia spazio a fraintendimenti. “Death…”, insomma, porta avanti il discorso avviato dal precedente “Teenage Haze”, affindandosi a suoni e registri ancora più languidi con l’intento di affermarsi come una sorta di colonna sonora per certi momenti della crescita e per lo scontro con le difficoltà della vita verso cui si affacciano i giovani ragazzi scozzesi. Le melodie malinconiche sono le stesse di sempre, ma appare evidente il passaggio a sonorità più immediate e compatte, meno disposte a commistioni di genere rispetto a quelle più concitate dei lavori precedenti. Il quintetto propone brani diretti e concisi assieme a ballate elettriche dal mood amaro, provando a cullare l’ascoltatore con testi angosciati e un lirismo più che mai incentrato sulle incertezze giovanili. A fronte di tutta questa sensibilità, inizia a farsi largo l’impressione che sia giunto il momento per la band  di avvalersi di un vero e proprio cantato: su questo tipo di trame lo screaming a volte appare infatti piuttosto ripetitivo e limitante, tanto che alcuni brani faticano a lasciare il segno. James McKean al microfono ha indubbiamente una sua coerenza, ma le sue urla disperate non aiutano le tracce a raggiungere una loro caratteristica specifica. Per questo motivo, “Death…” riesce a comunicare meno di quanto ci si aspetterebbe, pur confermandosi un’opera sentita e tutto sommato amabile. In ogni caso, il quintetto è giovane e sinora ha dimostrato di non avere paura di sperimentare, quindi sarà lecito aspettarsi qualche nuova soluzione e miglioria al prossimo appuntamento.

TRACKLIST

  1. Sleepless
  2. The Last Dance
  3. In Colour
  4. Waiting
  5. Broken
  6. Set Adrift
  7. Death Of Youth
  8. Lost
  9. 1994
  10. Memorial
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