7.0
- Band: DEPHOSPHORUS
- Durata: 00: 31:20
- Disponibile dal: 20/08/2012
- Etichetta:
- 7 Degrees Records
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La breve attesa del ritorno degli atenesi Dephosphorus si concretizza con “Night Sky Transform”, secondo capitolo discografico di una delle band che più ci avevano incuriosito lo scorso anno. Stilisticamente parlando, questo nuovo oscuro parto non si differenzia più di tanto dal suo acclamato predecessore, salvo una certa perdita d’impatto sonoro generale e un assestamento su binari più classici, dimenticando forse un po’ troppo quanto di buono erano riuscite ad apportare le influenze black e l’uso abbondante di elettronica nel precedente lavoro. Dall’altra parte ci sono le liriche e il concept astrale che rimangono immutati, una peculiarità alla quale la band non è assolutamente disposta a rinunciare. Da questi presupposti parte il disco, poco più di mezz’ora di scariche adrenaliniche in cui il grindcore si prende completamente la scena, mutandosi a suo piacimento in forme più o meno simili come il thrash e l’hardcore, dando vita a pezzi irresistibili come “Starless”, con il suo macinoso groove, o come la titletrack, un treno in corsa con tanto di freni fuori uso. Le strizzate d’occhio al doom non si nascondono più, regalandoci pezzi viscerali come la bella “The Fermi Paradox” o “Unconscious Excursion”, episodio che, a partire dalla seconda metà, non riesce proprio a resistere alle iper-accelerazioni ‘core che sembrano aver preso totalmente possesso del corpo di questi musicisti, apportate da un guitar work lodevole, schietto e capace di frantumare la dura roccia semplicemente con una manciata di riff. Un cambio di rotta che farà certamente la gioia dei puristi, anche se, tuttavia, ci tocca sottolineare come in molti frangenti manchi quella componente surreale che caratterizzava il breve esordio “Axiom”, perfetta nel creare quel giusto equilibrio tra viaggio mentale all’interno di profondissimi buchi neri intergalattici e ritorno violento alla realtà, quella realtà presa a pugni e calci da una schifosa quotidianità ineludibile. C’è da dire, però, che i Dephosphorus restano tali e quali a livello di integrità e di unità d’intenti, offrendo un disco di pregevole fattura e portando avanti un certo tipo di sonorità oramai riconoscibilissimo, roba che non tutti sono in grado di fare. Se lo spazio non vi fa paura, se un meteorite nello stomaco non potrà mai scalfirvi, sono la band che fa per voi.