7.0
- Band: DEPRAVITY
- Durata: 00:49:07
- Disponibile dal: 04/12/2020
- Etichetta:
- Transcending Obscurity
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Uno dei primi aspetti a farsi apprezzare di “Grand Malevolence”, seconda prova sulla lunga distanza degli australiani Depravity, è la sua genuina aderenza ai diktat di ciò che viene comunemente definito ‘death metal’. Tutto, dai titoli alla copertina, passando per la poderosa resa sonora e (ovviamente) la feroce interpretazione dei musicisti coinvolti, non può che essere ascritto alla sfera del metallo della morte più puro e incorruttibile, senza un solo elemento che possa far fraintendere all’ascoltatore le mire o le intenzioni del quintetto di Perth.
Undici brani che ripartono esattamente da dove si era interrotto il precedente “Evil Upheaval”, espandendone le caratteristiche in un viaggio tutt’altro che distensivo tra le grida e le fiamme dell’Armageddon. La formula è rimasta quindi la stessa del 2018, e affonda le proprie radici tanto nelle visioni tenebrose di Morbid Angel e Dead Congregation quanto nell’indole ‘moderna’ (sono pur sempre passati sedici anni!) dei Decapitated di “The Negation” o degli Hour of Penance di “The Vile Conception”, con episodi che riescono intelligentemente a coniugare atmosfera, brutalità e tecnica senza che nessuno di questi elementi abbia in qualche modo la meglio sull’altro. Se però l’esordio si era distinto per il suo gran numero di ‘hit’ e di pezzi da subito memorizzabili, qui – complice un approccio più ambizioso che porta la tracklist a sfiorare i cinquanta minuti di durata – tocca segnalare come alle volte il songwriting risulti un filo appannato e ridondante, con un paio di tracce che avrebbero potuto serenamente essere escluse dal conteggio finale.
Poco male, comunque, dal momento che nell’insieme l’album sprigiona la medesima energia e cura per i dettagli del fratello maggiore, e che l’incipit affidato a “Indulging Psychotic Thoughts”, alla titletrack, a “Invalid Majesty” e alla spaventosa “Cantankerous Butcher” vale da solo il cosiddetto prezzo del biglietto. Per i grandi fan delle formazioni citate, per chi crede fermamente nel motto ‘extreme music for extreme people’, un ascolto consigliatissimo.