8.0
- Band: DEPTHS OF DEPRAVITY
- Durata: 00:33:57
- Disponibile dal: 2/10/2010
- Etichetta:
- Sevared Records
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Ungheresi, al terzo disco, i Depths Of Depravity traggono il loro monicker da una canzone dei Suffocation, inserendosi nel filone frequentato anche dai Cryptopsy di “None So Vile”: questi riferimenti vi servano per un’idea, in prima approssimazione, sul genere proposto, ma non vi inducano a concludere che si tratti dell’ennesimo gruppo di “followers” senza personalità, visto che ne hanno da vendere. Ci troviamo di fronte ad un ottimo gruppo, date la qualità e la quantità di soluzioni adoperate per rappresentare le proprie idee: accelerazioni, rallentamenti e ripartenze non sono mai fuori luogo, il groove dei singoli pezzi non è mai banale ed a volte si sublima in riff stoppati decisamente novantiani (ascoltate “Noisless Room” e ci darete ragione), addirittura si può ravvisare un approccio jazz, mai forzato, in alcuni break che danno respiro alle canzoni; ascoltando i Depths Of Depravity potrebbero venirvi in mente i Cephalic Carnage per via dell’audacia nell’assemblaggio di pezzi che, per quanto compatti e ben inseriti nella struttura logica del disco, risultano tutti distinguibili l’uno dall’altro, altro inequivocabile segno di personalità. Questo disco non ci fa mancare niente tra atmosfere cangianti che vanno dal livido al furioso, modernità e richiami all’epoca d’oro del death metal, alcune divagazioni epiche come nella parte centrale di “Souring In The Hatred” e parti strumentali pressoché perfette, le cui ritmiche risultano essere un vero punto di forza: per una band che pratica il death metal, quest’ultimo è un grande pregio. Il giudizio che diamo, infine, è giustificato anche dal trovarci di fronte ad un tipico caso di “livellamento verso l’alto”: farete fatica a ricordare un pezzo in particolare perché non vi sentirete di trascurare gli altri.