7.5
- Band: DER WEG EINER FREIHEIT
- Durata: 00:47:44
- Disponibile dal: 19/11/2021
- Etichetta:
- Season Of Mist
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“Noktvrn” dei Der Weg Einer Freiheit dà un valore tangibile al termine ‘post-black metal’. Fa sì che esso non serva soltanto a delineare un certo tipo di confezionamento sonoro, ma ne esprima anche una vera volontà di partire da un certo punto fermo ben chiaro, il black metal appunto, e da lì sperimentare in più direzioni, senza svilirsi nella riproduzione di abusati cliché. Siano questi gli oramai famigerati incroci con lo shoegaze, in rapidissime scorribande senza approdo, oppure i frastagliati, densi fragori dell’incornarsi di black metal, doom e hardcore, per altri grovigli dei quali i frequentatori del settore conoscono vita, morte e miracoli. Nella perdizione nei sogni notturni, i loro significati e benefici, parla questo “Noktvrn”: se i riferimenti ai Notturni di Chopin, il filosofeggiare sugli stati d’ansia degli individui e la volontà di appropriarsi di una condizione di vera band avuta solo in parte in precedenza – il leader Nikita Kamprad si occupava quasi interamente di ogni aspetto del processo creativo – potrebbero apparire come orpelli biografici per raccontare una storia già nota, i contenuti mostrano effettivamente un deciso passo avanti e laterale nel percorso evolutivo del quartetto tedesco.
I ragazzi originari di Wurzburg proseguono nel dare un taglio atmosferico, mansueto e riflessivo al proprio materiale, come accaduto in “Finisterre”, e ciò stavolta si estrinseca in miscellanee inedite e una pulsione sperimentale assai più ampia di quella apprezzata nel precedente disco. Al black metal veloce, tentacolare, ad alto tasso di armonia e ampie divagazioni di alleggerimento si affiancano movimenti post-rock, neofolk, indie rock, un’aura dark seducente e tentatrice. Non si tratta di brevi istanti, o momenti trascurabili, la band si immedesima proprio in altre sonorità, plasmandole con sicurezza e competenza. Così, dopo l’avvolgente introduzione acustica di “Finisterre II”, le seguenti “Monument” e “Am Rande der Dunkelheit” ci proiettano in un universo ipercinetico e vibrante, attraverso trame ficcanti ed elaborate, legate solidamente al black metal d’atmosfera, abbellito quel che basta di melodie commoventi e induzione all’estasi. Si sale prepotentemente di livello con “Immortal”, frutto della collaborazione con l’artista neofolk ungherese Dávid Makó, alla guida del fortunato progetto dark neofolk The Devil’s Trade, tra l’altro compagno di etichetta dei Der Weg Einer Freiheit. L’incontro tra le due realtà funziona benissimo, le sezioni contemplative ad appannaggio di Makó e quelle più furibonde, sporcate dallo screaming di Kamprad, si emulsionano in un ibrido personale e coeso, dove entrambi i progetti sanno cooperare per creare qualcosa di unico, che non paia soltanto un accostarsi di punti di vista opposti sulla musica.
Pur rientrando pienamente nel fervore incandescente del black metal, “Morgen” presenta un’enfasi e una calibratura di ritmi e soluzioni chitarristiche più ampia delle prime tracce, con stacchi acustici di profonda emozionalità e crescendo variopinti, pur muovendosi tra sfumature plumbee e malinconiche. Come se prendessero sicurezza strada facendo, i Der Weg Einer Freiheit si spingono oltre nell’ultima parte di tracklist, quella che sul vinile sarebbe il lato C. “Gegen das Licht” è la perfetta trasposizione sonora dei pensieri notturni di Kamprad, si immerge in intensi chiaroscuri per lunghi minuti, prima di prendere slancio in un moto black metal feroce e poliedrico e andare quindi verso la chiusura attingendo a un post-metal ombroso e compassato, fatto di intrecci solisti mansueti, riecheggianti le atmosfere dei Notturni al quale i quattro si richiamano. Per “Haven” il black metal viene addirittura messo da parte, in una composizione cantata interamente in pulito, basata su ricchi arpeggiati, tastiere, vocalizzi effettati e ammantata, per l’intera durata, di una straniante dolcezza. All’album difetta solo un pizzico di coraggio nel portare le nuove idee, quelle di rottura col passato, con maggior decisione dentro il suono originario: avremmo forse avuto per le mani qualcosa di ancora più unico e interessante. Ma già così possiamo essere soddisfatti e farci incantare da questa versione dei Der Weg Einer Freiheit.