6.5
- Band: DERANGED
- Durata: 00:33:12
- Disponibile dal: 27/03/2020
- Etichetta:
- Agonia Records
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Il 2020 ci consegna il decimo album dei Deranged. Gli svedesi sono ormai una realtà storica del death metal europeo, anche se non si può dire che in carriera siano stati baciati da un vero successo. Tra una discografia dal valore altalenante e regolari cambi di formazione e di etichetta, il gruppo, pur riuscendo a mettere a segno qualche bel colpo – pensiamo agli ormai lontani esordi, ma anche alle ultime prove in studio – è sempre rimasto nelle retrovie, senza farsi notare granché al di fuori del ristretto circuito underground. In ogni caso, “Deeds of Ruthless Violence” è l’ennesimo prodotto di una line-up da qualche tempo stabile, alla quale si è da poco aggiunto il cantante Johan Bergström, già in forza ai Visceral Bleeding. Si sentono, di conseguenza, affinità con opere recenti come “Morgue Orgy” e “Struck by a Murderous Siege”, soprattutto nell’indole dei brani e nella struttura della tracklist. Da qualche tempo la band scandinava ama alternare i soliti episodi tesi e sferraglianti, da cui puntualmente emergono le vecchie influenze di marca Cannibal Corpse, e tracce particolarmente fosche e cadenzate, sorrette dai tappeti di doppia cassa del leader e membro fondatore Rikard Wermén. A tale formula aderisce dunque anche “Deeds…”, album di puro e schietto death metal anni Novanta che si fa forte di tutta l’esperienza che questi consumati musicisti riescono a dispiegare tra le pieghe del tessuto sonoro. Nella proposta vi è difatti poco che potremmo definire personale o creativo: un pezzo molto gradevole come la lunga e profetica “Quarantine Required for Living Entities”, ad esempio, è una fiera di accenni ai Morbid Angel che la band non prova nemmeno minimamente ad occultare. Tuttavia, la resa sonora appare sempre pulsante e vivida e ciò, assieme ad un oltranzismo autentico, è sostanzialmente quello che da tempo si richiede ad un gruppo come i Deranged. Rispetto al precedente “Struck…” si sente più mestiere e meno ispirazione, cosa che si traduce in canzoni meno orecchiabili, ma l’ascolto non è comunque da sottovalutare totalmente.