5.0
- Band: DERANGED
- Durata: 00:35:30
- Disponibile dal: //2001
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
Singolare che dalla fredda Svezia, nazione che generalmente dispensa a piene mani bands dedite al death melodico, giungano anche questi Deranged. Il quartetto, infatti, propone un brutal-death tipicamente floridiano, lontano quindi da ogni tentazione mistico-sognante che la provenienza scandinava suggerirebbe. Sono tutt’altro che novellini i Deranged, hanno alle spalle infatti, oltre a tre album, una miriade di split, singoli e 7″ che hanno accresciuto notevolmente lo status di ‘underground sensation’ della band. L’album in questione, licenziato da Listenable Records, potrebbe far compiere agli svedesi il grande passo verso il riconoscimento da parte di un certo pubblico ‘overground’, ma dubitiamo, ahinoi, che questo accadrà. Ovviamente non perchè “Deranged” sia un lavoro peggiore di molti altri, ma semplicemente perchè è un disco di cui nessuno con tutta probabilità sentiva la mancanza. Brutal-gore dei più rozzi, lontanissimo dai modernismi geniali dei conterranei Nasum o dalle soluzioni quasi progressive di band come i Dying Fetus. I Deranged si avvicinano stilisticamente a bands come i Necrophagia del buon Killjoy, proponendo una (un po’ stantia) miscela di testi gore-splatter e di brutali blast-beats che spesso fanno bella mostra di sè affiancati a mid-tempos più o meno thrashy. Assolutamente niente di nuovo, dunque, per un gruppo che piuttosto che sviluppare un percorso proprio preferisce produrre un disco che in tutto e per tutto aderisce ai canoni del più obsoleto brutal-death. Peraltro, ci chiediamo se “Deranged” potrà essere di minimo interesse agli appassionati, visto il discreto numero di ottimi album pregni di sonorità brutali usciti nei mesi scorsi (Dying Fetus, Immolation e il live dei Cannibal Corpse, per esempio). Di certo per chi non gradisce un genere come questo, da sempre ultra-conservatore, questo “Deranged” sarà solo ulteriore spazio sprecato sullo scaffale del negozio di dischi. Siamo perplessi…