7.5
- Band: DERDIAN
- Durata: 01:04:16
- Disponibile dal: 29/08/2007
- Etichetta:
- Magna Carta
- Distributore: Edel
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Il power sinfonico è spesso oggetto di ostracismo da parte dei metallari più integralisti e onestamente non si può dar loro torto, viste le numerose band clone che questo genere ci presenta a scadenze quasi mensili. Poche idee, riff e ritornelli poco originali, al limite del plagio, abuso di intermezzi barocchi e via di questo passo; in Italia possiamo però vantare una delle più grandi band di metal sinfonico quali sono i Rhapsody Of Fire che, insieme ai Kamelot, hanno dettato le regole del genere. Ora, senza timore di esagerare, possiamo inserire sul terzo gradino di un ipotetico podio i Derdian che con questo album, secondo capitolo della loro saga fantasy, presentano un lavoro al limite della perfezione. Logico e scontato il confronto con i più blasonati e validi Rhapsody Of Fire, ma dobbiamo sottolineare che la band milanese riesce a tenere testa a Turilli e c.; “New Era Pt. II – War Of The Gods” è un grande passo in avanti sotto tutti i punti di vista rispetto al suo predecessore nonché album d’esordio dei Derdian: perfetta la produzione, il songwriting risulta particolarmente ispirato, le melodie e i riff non sono mai ripetitivi e si dimostrano trascinanti; poi la prova del singer Joe Caggianelli è pressoché perfetta: forse non ha la classe del più blasonato Lione, ma la sua prova è veramente da applausi e senza sbavature. Questo è un album di puro power sinfonico, con le chitarre a farla da padrone; le tastiere e gli inserti dei cori non sono mai abusati e questo fa della release un lavoro notevolmente maturo dal punto di vista musicale. Di grande impatto le prime tre tracce, precedute da un’ouverture da pelle d’oca: con “New Era”, fortemente ispirata ai Dark Moor, i nostri giocano subito a carte scoperte dimostrando il loro grande valore, mentre con la successiva “Betrayer” e la malinconica “I Don’t Wanna Die” gli arrangiamenti orchestrali si fanno più raffinati e sale in cattedra il talento del tastierista Marco Garau. I Derdian si trovano a loro agio anche con le ballad e “Why” ne è un esempio, vista la carica emotiva che riesce a trasmettere; “The Hunter” invece riprende il tema sinfonico proposto dall’ouverture iniziale e anche in questo caso siamo di fronte ad un ottimo pezzo. Non c’è che dire, questa seconda fatica dei Derdian è veramente un ottimo lavoro, sotto tutti gli aspetti, che permette alla band milanese di sopravanzare nel ranking del genere band del calibro dei Dark Moor e dei Fairyland; in questo momento i nostri sono alla ricerca di un nuovo bassista, nel frattempo godiamoci questa release con l’augurio di aver scoperto una nuova grande band!