6
- Band: DEREK SHERINIAN
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
- Distributore: Audioglobe
Anche Derek Sherinian, tastierista famoso per la sua militanza in grandi bands del calibro di Kiss, Alice Cooper e Dream Theathre, è giunto al suo secondo album solista. Insieme a lui sono presenti ospiti di tutto rispetto come Zakk Wylde (Ozzy Osbourne, Pride & Glory, Black Label Society), Simon Phillips ( The Who, Judas Priest, Jeff Beck, Mick Jagger), Jerry Goodman (Dixie Dregs) e Steve Lukather (Toto). Se dovessi basarmi esclusivamente sui grandi musicisti presenti sul disco per dare una votazione, ovviamente il massimo sarebbe d’obbligo, ma purtroppo così non sarà. Già dopo il primo ascolto devo dire di essere rimasto perplesso, le canzoni di “Inertia”, interamente strumentali, sono lunghe e noiose, forse adatte unicamente ad una ristretta cerchia di appassionati. Il progressive che Sherinian ci fa sentire è decisamente ben suonato dal punto di vista tecnico (specie negli assoli si tastiera), alcuni pezzi, come la title track, o la metallica “Evel Knievel”, scritta apposta per la chitarra distorta di Zakk Wylde, sono veramente belli da ascoltare, ma tutto finisce qui. Tra spruzzi di Jazz, blues e atmosfere che più di una volta fanno tornare in mente i Pink Floyd, si arriva a creare in ogni canzone una miscela di sonorità che, se non dosata in maniera intelligente, può arrivare a confondere e annoiare l’ascoltatore medio. Anche l’eccessiva lunghezza e monotonia dei pezzi, come “la pera loca” o “astroglide” sono dedicati ai puristi del genere, mentre nulla da dire sulle cover presenti, ovvero “Frankenstein” (Edgar Winter), e “Goodbye Porkpie Hat), presente su “Wired”, album di Jeff Beck. Che altro aggiungere, se non che è d’obbligo più di un ascolto per poter apprezzare meglio la proposta di Derek Sherinian, purtroppo drasticamente rivolta ad una piccola elite di persone, di cui io non credo di far parte. Anzi, se non fosse per l’alto livello tecnico dei musicisti in questione, il mio voto sarebbe stato ulteriormente abbassato, proprio non mi ha convinto questo “Inertia”! Ed ora me ne torno ad ascoltare gli Insania…