6.5
- Band: DESASTER
- Durata: 00:52:12
- Disponibile dal: 22/08/2005
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Tra i lettori probabilmente saranno in pochi a conoscere i Desaster,quartetto attivo da parecchi anni (si sono formati nel 1988), ma che non ha mai incontrato i favori del pubblico. I nostri, giunti conquesto “Angelwhore” al quarto album ufficiale, senza contare un’infinità di demo, mini e live, propongono un black metal antelitteram che ben poco ha a che spartire con le fredde lande nordiche, ispirandosi invece a quelle band che, pur non suonando ancora black, hanno contribuito in maniera fondamentale alla nascita e alla successiva evoluzione del genere: i Possessed, i Celtic Frost e i primissimi Destruction. Si potrebbe parlare quindi, forse in maniera più appropriata, di thrash metal. Comunque lo si voglia definire, lo stile dei Desaster è perfettamente riconoscibile, sia a livello musicale che a livello iconografico: i componenti della band infatti vengono costantemente ritratti ricoperti di borchie, pelle e con capelli lunghissimi a coprire i volti, il tutto in perfetto stile ottantiano. Come oramai sarà facile intuire, l’album è composto da dieci pezzi che, se si escludono intro ed outro, non lesinano in velocità ed energia profusa. Il risultato è un metal grezzo e guitar oriented, con il singer Sataniac che vomita nel microfono per tutto il tempo senza il minimo accenno di varietà compositiva. Pregio e difetto del lavoro è la coerenza che, se da un lato fa apprezzare le atmosfere dei bei tempi che furono, dall’altro castra il lavoro, con tutte le composizioni troppo simili tra di loro per far veramente presa sull’audience. La produzione è volutamente grezza ed imperfetta, quasi a voler rendere il tutto più underground, nonostante l’album esca perla potente Metal Blade. Il piglio deciso e il songwriting, semplice e diretto, faranno sicuramente sì che le canzoni guadagnino dei punti insede live, con tutta probabilità la dimensione più adatta all’attitudine della band. Per i nostalgici del thrash tedesco primigenio o del “proto-black” questo “Angelwhore” è un acquisto più che obbligato; per tutti gli altri il consiglio è quello di dare adesso un ascolto: è garantito che con i Desaster il divertimento e il sudore non mancheranno mai.