7.0
- Band: DESERTED FEAR
- Durata: 00:48:48
- Disponibile dal: 04/03/2022
- Etichetta:
- Century Media Records
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Si ha sempre l’impressione che siano in giro da poco, ma, tra una cosa e l’altra, i Deserted Fear sono in attività da ben quindici anni, e questo “Doomsday” è il loro quinto full-length. Una carriera, quella dei tedeschi, che, nonostante esordi incoraggianti, non è mai davvero decollata: solo in Germania il terzetto è riuscito a guadagnarsi un certo status fra i maggiori cultori del melodic death metal, mentre altrove il nome della band è sempre rimasto in seconda linea, come in quelle locandine di festival dove l’elenco dei gruppi si fa sempre più piccolo e fitto man mano che si scende di importanza. La nuova fatica della formazione teutonica, in ogni caso, segna un ulteriore slittamento verso territori sonori più groovy e melodici, in cui l’elemento puramente death metal si ritrova spesso a fare da contorno. Sembra che ai Deserted Fear la cosiddetta vecchia scuola interessi sempre meno, mentre si sta facendo largo un gusto sempre più spiccato per trame immediate e una formula melodic death che ha radici nei tardi anni Novanta e nei primi Duemila, focalizzata sulla capacità di sintetizzare in pezzi mai troppo concitati un impatto robusto e una buona dose di armonie chitarristiche. Recentemente i ragazzi hanno realizzato una cover di “Artifacts of the Black Rain”, storica hit dei primi In Flames, e questa scelta la dice lunga sulla tendenza alla base del songwriting di questo nuovo lavoro, il quale mostra anche una indubbia impronta più moderna sia nelle ritmiche – che di rado accelerano veramente – sia nella ricerca di un groove che risulti facilmente replicabile dal vivo. Al netto di una produzione ancora una volta tanto pulita quanto ovattata e innocua, “Doomsday” rivela come ai Deserted Fear vada maggiormente a genio questa veste più compatta che certe velleità eroiche in stile Amon Amarth espresse in passato (comunque tuttora presenti – vedi l’incipit della titletrack): la tracklist scorre meglio e trova in episodi immediati come “Idols of Triumph” o “Follow the Light That Blinds” materiale adatto a portare il nome dei ragazzi all’attenzione dei numerosissimi fan di una realtà come gli Heaven Shall Burn. Ciò che in sostanza si ricava dall’ascolto di “Doomsday” è una più convincente sensazione di vivacità e semplicità, come se i pezzi, pur con una indubbia cura nelle armonie, fossero stati pensati e concepiti senza grandi filtri, pensando quasi esclusivamente alla resa in sede live e a un pubblico metal variegato, non necessariamente di estrazione death. Forse qualche fan particolarmente oltranzista non sarà troppo contento di tale decisione, ma, a orecchie imparziali, è piuttosto evidente come la musica dei Deserted Fear funzioni meglio su questi registri più aperti. Forse siamo davanti all’inizio di un nuovo capitolo nella carriera del gruppo tedesco.