7.5
- Band: DESOLATED
- Durata: 00:24:39
- Disponibile dal: 05/02/2016
- Etichetta:
- Beatdown Hardwear Records
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Chi segue la scena hardcore beatdown avrà già sentito parlare dei Desolated: la formazione inglese è salita in cima alla classifica degli act più indaffarati della scena, tra tour senza sosta in Europa e Stati Uniti e una produzione incessante che, seguendo le esigenze di mercato, li vede sempre con qualcosa di nuovo da servire ai simpatizzanti. Come i King 810 la band è preceduta dalla cattiva reputazione di un pubblico violento e pericoloso, associato più volte al fenomeno del ‘crowd killing’, da cui gli stessi componenti non si scomodano troppo nel dissociarsi facendo aumentare esponenzialmente le chiacchiere nei loro confronti. Lasciando spazio alla musica “The End” parla da solo, imponendo nuovi standard per una formazione ad oggi confinata nell’underground che presenta il suo miglior lavoro di sempre. L’opener “The Beginning” è ampiamente rappresentativa, riportando agli standard odierni Biohazard, Hatebreed e Strife e trascinandoli nelle coordinate del beatdown, con la possanza e l’ignoranza che ne derivano. Senza il pesante filtro nu-metal/djent di molte produzioni recenti il sound violento e ribassato dei Desolated aumenta di realismo, facendo avvicinare l’ascoltatore a quel genuino senso di pericolosità che certi generi musicali dovrebbero trasmettere. Nessuna finezza nemmeno nel riffing di Neanderthal, pista per raggiungere le ennesime gang vocals e altrettanto spesso rallentato ed abissale per violentissime aperture mosh. I Desolated non inventano niente ma anche gli affezionati più fedeli alla scena potranno sbracciarsi davanti a pezzi come “Olanzepine” (delizioso il featuring di Larissa dei Venom Prison), che ridisegna il broncio a coordinate stilistiche abusatissime senza bisogno di inserti pretenziosi – da questo punto di vista che l’artwork di copertina sia un ripoff delle opere di John Dyer Baizley e che i testi delle canzoni seguano un concept sulla malattia mentale è totalmente fuorviante. Se i cori ad occhi sbarrati della title track e il break assassino a metà di “Relapse” sono vere e proprie chicche capaci di far perdere il controllo degli arti, a diversificare l’offerta arrivano le strumentali “Out Of Luck” e “Psychosis”, la prima lenta e sludgy, la seconda breve ed intensa. Nel minutaggio di un EP (unico vero difetto di questa pubblicazione) i Desolated si mangiano Malevolence, Brutality Will Prevail e gran parte della concorrenza internazionale, e il contestuale ingresso nel circuito Impericon ne segna definitivamente il salto di livello. “The End” lascia il sangue in bocca.