7.5
- Band: DESPITE EXILE
- Durata: 00:22:50
- Disponibile dal: 27/11/2015
- Etichetta:
- Lifeforce Records
- Distributore: Audioglobe
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Questi giovani friulani sono apparsi sul nostro radar circa due anni fa con quel pregevolissimo debut che risponde al nome di “Sentience”, lavoro fresco e variegato che ha, in piccola parte, contribuito a far comprendere agli addetti ai lavori quanto l’Italia non sia assolutamente il fanalino di coda dell’Occidente in ambito deathcore, potendo noi fregiarci di un portfolio di band di altissima qualità. Nel recente passato, però, non nascondiamo di aver temuto il peggio, dato che i Nostri non sono stati particolarmente prolifici nei due anni qui trascorsi, facendo crescere in noi il timore che, in qualche modo, la vena creativa e/o la passione potessero essersi estinte, come capita ormai purtroppo sovente all’interno della scena, soprattutto per quanto riguarda le giovani band, schiacciate da un mercato decisamente troppo affollato e da una oggettiva impossibilità di vivere grazie alla musica, salvo rarissime eccezioni. Mentiremmo se dicessimo di non aver accolto con gioia la recente notizia che il combo friulano sia riuscito a firmare un contratto con la tedesca Lifeforce, etichetta di un certo peso in ambito underground, ed ancora di più quando siamo riusciti a mettere le mani su questo EP “Disperse”, il quale ci mostra una band in totale stato di grazia che riaccende i motori esattamente da dove si era fermata nel 2013. Questa seconda prova è composta da cinque ‘atti’ di progressive deathcore (più due interludi) vari e variegati, dove i Nostri pestano come fabbri ferrai ma non lesinano aperture melodiche sognanti, riuscendo a suonare sempre freschi ed ispirati nonostante il genere in questione sia sempre suscettibile di un certo senso di “già sentito”, come tutti noi sappiamo. Dall’iniziale “Gaze Of Leviathan”, fino a “Herald Of Blindness”, siamo completamente in mano al groove delirante della sessione ritmica composta dal batterista Matteo e dal basso di Giovanni, passando per gli arpeggi sempre inspirati e i riff iper pompati della coppia d’asce composta da Giacomo e Andrea, mentre abbiamo sempre il solito Jacopo a guidare le fila con il suo growl di chiara ispirazione ‘Lebontiana’ Menzione a parte la merita l’atto conclusivo “Dissipating Martyrs”, uno dei pezzi deathcore, a modesto parere di chi vi scrive, più interessanti degli ultimi mesi, caratterizzato com’è da un perfetto bilanciamento di violenza e melodie suggestive, ed un’outro che promette di fare davvero faville in sede live, data la chiara predisposizione per il sing along. Promozione assoluta per il quintetto di Udine, il quale si dimostra ancora una volta come una delle band di punta della scena dello Stivale. Da continuare a tenere d’occhio.