DESPITE EXILE – Sentience

Pubblicato il 03/12/2013 da
voto
8.0
  • Band: DESPITE EXILE
  • Durata: 00:37:28
  • Disponibile dal: 26/11/2013

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Giovani, bellocci, italiani e, musicalmente, decisamente preparati. Questa, in estrema sintesi, è la descrizione che ci sentiamo di fare dei Despite Exile, combo friulano al suo esordio sulla lunga distanza. La band, comunque, non è del tutto di primo pelo, dato che ha già dato alle stampe un EP nel 2010, ed ha girato l’Europa in lungo e in largo facendo da opener a band quali Texas In July, Heart In Hand, It Prevails, Hopes Die Last, Ready, Set, Fall!. Il metalcore a tratti “deathcoreggiante” dei ragazzi si mescola molto bene con alcuni spunti cyber di fearfactoriana memoria con i quali i Nostri tendono ad imbastardire il loro sound, regalandoci un prodotto frizzante e variegato che farà particolarmente felici tutti i fan di band quali Veil of Maya, Born of Osiris, Chelsea Grin e chi più ne ha, più ne metta. Il loro sound glaciale e foriero di distruzione ben si sposa con le liriche, che affrontano abbastanza poeticamente tematiche quali la privazione dell’essere umano della sua essenza originaria, la schiavitù mentale e dei costumi alla quale ogni giorno sottostiamo, e la desolazione del mondo moderno, trascinandoci di peso in uno scenario distopico e surreale che non lascia indifferenti. Dopo l’apripista “Amentia”, in cui i Nostri danno fondo a tutta la loro devozione per la scena melo-death scandinava, ci troviamo imbambolati a seguito dei colpi inferti da “Crepuscolar” e “De-Construct”, pezzi nei quali sentiamo pesantemente le influenze di mostri sacri quali Darkest Hour, per la componente melodica sempre presente, o Meshuggah, per quanto riguarda l’attitudine virtuosa (quasi Djent) dei Nostri e la timbrica gutturale e possente del caro Jacopo Durisotti, frontman giovane ma sufficientemente smaliziato al microfono da risultare credibile e trainante per la compagine udinese. Le tracce continuano su livelli medio-alti per tutto il corso dell’LP, raggiungendo anche vette di molto vicine all’eccellenza, come nel caso di “Mechanical e “Equilibrium”, episodi che, da soli, a nostro parere valgono tranquillamente il prezzo del biglietto, con quella loro miscela irresistibile di atmosfere glaciali e di modern death nudo e crudo. Insomma, siamo rimasti molto colpiti dal lavoro di questi ragazzi, sia in termini di contenuti, sia a livello di produzione (un’autoproduzione di questo livello qualitativo risulta davvero difficile da credere). Ci sentiamo anche di affermare, senza alcun timore di smentita, che la band in questione ha il potenziale per poter tranquillamente competere (e vincere) contro band ben più fortunate in termini di seguito ed esposizione mediatica, non avendo nulla da invidiare alla tanto rinomata scena statunitense. In presenza di una qualità del genere, siamo sicuri che i contratti non tarderanno ad arrivare. Intanto ottimo lavoro, sperando sinceramente di rivederci alla prossima.

TRACKLIST

  1. Amentia
  2. Crepuscular
  3. Deconstruct
  4. Immanence
  5. Can’-Ka No Rey
  6. Mechanical
  7. Equilibrium
  8. S.I.N.
  9. Disclosure
  10. Exist
2 commenti
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