7.0
- Band: DESTINITY
- Durata: 00:44:54
- Disponibile dal: /12/2005
- Etichetta:
- Adipocere
- Distributore: Masterpiece
Deciso passo in avanti per i Destinity, formazione transalpina una volta dedita ad uno stereotipato black-death sinfonico ma oggi artefice di un sound un po’ più personale e violento, più vicino al death metal o al thrash che all’operato dei vari Cradle Of Filth o Anorexia Nervosa. Registrato in Danimarca con l’aiuto di Jacob Hansen (Aborted, Hatesphere, Raunchy…), “Synthetic Existence” ci presenta una band che ha imparato alla perfezione le lezioni di Behemoth, Zyklon e Darkane e che è riuscita ad incorporare in maniera egregia questo nuovo bagaglio di influenze nella sua proposta. Tastiere e voci di estrazione symphonic black metal si sposano oggi con ritmiche death e riff thrash metal, dando vita ad un connubio non sempre originalissimo ma comunque assai curato e coinvolgente, che ha soprattutto il pregio di privilegiare l’impatto a discapito dell’atmosfera. La potentissima produzione conferisce ad ogni singola traccia del platter un tiro micidiale e l’ispirazione a livello di melodie e riffing è sempre piuttosto elevata, tanto che i quarantacinque minuti del platter filano via che è una bellezza, lasciando la voglia di essere riascoltati da capo. Certo, qua e là nella tracklist fanno la loro comparsa gli spettri dei Dimmu Borgir più thrashy e massicci o quelli dei gruppi citati all’inizio della recensione, tuttavia il lavoro non risente troppo di questi cali di personalità e, come dicevamo, si lascia ascoltare con piacere. Potrebbero migliorare ancora, i Destinity, ma questo “Synthetic Existence” è comunque quanto di meglio abbiano prodotto nella loro carriera. Disco consigliato a chi apprezza le formazioni succitate e a chi ha voglia di ascoltare del death-thrash ben congegnato.