7.5
- Band: DESTROYER 666
- Durata: 00:39:19
- Disponibile dal: 26/02/2016
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Dopo i botti di fine anni Novanta e primi Duemila, i Destroyer 666 di K.K. Warslut si sono resi protagonisti di una carriera sempre più sfuggente, fatta di show selezionati e di album preparati decisamente con calma. Fra “Cold Steel… for an Iron Age” e “Defiance” erano trascorsi sette anni e lo stesso è accaduto tra quest’ultimo e il nuovo “Wildfire”, il primo lavoro del gruppo a vantare il contributo del batterista svedese Per Karlsson (Nominon, In Aeternum) e del chitarrista britannico Roland C. (Grave Miasma, Cruciamentum). Il trio si affida ancora una volta alla Season Of Mist per la pubblicazione del disco, mettendo a frutto un considerevole background musicale all’interno di un quadro stilisticamente coerente e scorrevole all’ascolto. Le nove composizioni si muovono attraverso i territori del grande mondo “old school”, nei quali il leader K.K. Warslut dimostra come di consueto di saper distillare una forte personalità padroneggiando con cura elementi di thrash teutonico, black e classic metal. “Defiance” non era stato accolto benissimo da alcuni fan della prima ora – vuoi per una produzione giudicata sin troppo moderna, vuoi per la presenza di certi brani tutto sommato morigerati e velleitari per gli standard dei Nostri – ma il nuovo album sembra rimettere le cose “a posto”, offrendo una tracklist che presenta per lo più momenti dal forte carattere abrasivo e solo un paio di episodi un filo più descrittivi e dilatati. Sarebbe troppo semplice, nonchè fuorviante, relegare questa prova discografica dietro alla sola vecchia etichetta black-thrash, in quanto ancora una volta appaiono evidenti i rimandi al più puro metal anni Ottanta e persino a certo proto-epic di bathoryana memoria, ma, al tempo stesso, è innegabile che la band abbia qui cercato di recuperare almeno parte dell’urgenza di un disco particolarmente amato dai fan come “Cold Steel…”, puntando spesso su strutture snelle e su un minutaggio contenuto. Come sempre, a livello di immagine e attitudine, i Destroyer 666 tendono a presentarsi come una formazione sboccata e squisitamente oltranzista, che sembra ammiccare solo al pubblico più vicino al mondo extreme metal, ma, in realtà, il veterano K.K. Warslut e i suoi soci hanno assorbito moltissimo della grande cultura heavy metal, cosa che si traduce in un suono sì truculento, ma che sa essere anche eroico e melodico all’occorrenza. La lunga attesa, insomma, non è stata vana: “Wildfire”, da qualsiasi parte lo si prenda, è l’ennesimo disco onesto, sanguigno, ma al contempo ricco di sfaccettature, della carriera dei Destroyer 666. Soltanto i cosiddetti poser non riusciranno a trovarvi nemmeno uno spunto appassionante.