8.0
- Band: DESTRUCTION
- Durata: 00:50:41
- Disponibile dal: 22/08/2005
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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I Destruction sono inarrestabili! Passati immuni attraverso un inaspettato cambio di etichetta – che li ha visti trasferirsi dal colosso Nuclear Blast alla più piccola ma intraprendente AFM – Schmier e soci sfornano un nuovo full length (il quarto dal 1999, anno della reunion) che non segna grossissime modifiche rispetto ai precedenti capitoli ma che comunque si rivela assolutamente ispirato e devastante! In “Inventor Of Evil” i Destruction sciorinano come sempre un proverbiale thrash metal made in Deutschland più che mai tirato e privo di troppi fronzoli, nel quale però è anche possibile rintracciare aperture melodiche assai efficaci (l’inizio di “The Calm Before The Storm”) e impennate quasi al limite di certo death metal, spesso evidenziate anche dal’utilizzo di blastbeat. Nonostante la veneranda età, la proposta della band continua dunque a non perdere il suo fascino, anzi, sembra quasi che il trio tedesco invecchiando migliori proprio come il buon vino! La tracklist di “Inventor Of Evil” è infatti quanto di meglio i nostri ci abbiano offerto almeno dal 1999 ad oggi: il disco è potente e violento ma, a differenza magari del precedente “Metal Discharge” e del più datato “All Hell Breaks Lose”, anche vario e soprattutto – come già detto in apertura – costantemente ispirato. Inoltre il tutto gode di suoni finalmente caldi e prettamente live, a metà strada tra quelli tradizionali di “Metal Discharge” e quelli forse oltremodo moderni del comunque eccezionale “The Antichrist”. Il riff schiacciasassi dell’opener “Soul Collector” – vagamente simile a quello dell’immortale “Hell Awaits” – mette subito le cose in chiaro, ma probabilmente i picchi vengono raggiunti con la successiva “The Defiance Will Remain”, con la succitata “The Calm Before The Storm” e con “The Chosen Ones” e “Seeds Of Hate”, canzoni ricche di cambi di tempo e soprattutto colme di ottimi riff, uno più coinvolgente dell’altro. Il drumming di Mark non è mai stato tanto interessante mentre sembra quasi superfluo dover elogiare il buon vecchio Schmier o il riff-master Mike, gente che fa questo lavoro da vent’anni e che sa perfettamente come si debba cantare e suonare tale genere. In conclusione, non ci resta altro da fare che promuovere una mobilitazione generale per tutti i thrasher là fuori: fate vostro questo disco senza alcun indugio, i Destruction son tornati più in forma che mai!