7.5
- Band: DESTRUCTION
- Durata:
- Disponibile dal: 22/09/2003
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Destruction di nuovo sugli scudi con questo nuovo “Metal Discharge” (titoli meno cafoni no, eh?), degno successore del bellissimo “The Antichrist” di un paio d’anni fa! In seguito alla reunion avvenuta nel 1999, la band non ha fatto altro che inanellare una serie di prestazioni live di altissimo spessore, producendo tre dischi in studio (oltre ai due citati anche il discreto “All Hell Breaks Loose”) e un live album per ora limitato al solo mercato giapponese. Il tutto celebrato da una schiera sempre più nutrita di fan adoranti. Sembra proprio che i Destruction siano tornati a ‘girare’ come ai tempi d’oro e, come dicevo, “Metal Discharge” non fa altro che confermare questa impressione visto che ci si trova davanti ad un altro platter di puro ed incontaminato thrash metal di qualità sopraffina. Si parlava di purezza, e questa volta lo si può fare anche di più che nel recente passato visto che le nuove composizioni non presentano quelle piccole intrusioni moderniste rintracciabili nei due lavori precedenti, ma sono bensì totalmente ortodosse e legate al trademark degli anni Ottanta. E’ forse anche merito della produzione, questa volta curata esclusivamente dalla band, che appare un poco più sporca del solito e vicina a quelle della succitata decade, ma anche per le strutture dei pezzi, che si rivelano più snelle, incisive e scevre di eccessivi fronzoli. Personalmente questo lieve ‘back to the roots’ non mi è affatto dispiaciuto soprattutto perché, se la quantità di riff in un singolo brano è diminuita, lo stesso non si può dire della qualità degli stessi che, fatta eccezione per quelli di “Fear Of The Moment” e “Mortal Remains” (un po’ scialbi), centrano sempre il bersaglio, a tal punto che sento di affermare che il trittico iniziale (“The Ravenous Beast”, la title track, “Rippin’ The Flesh Apart”) rappresenti uno dei punti più alti raggiunti dai Destruction in seguito alla reunion… e forse non solo. Nel complesso “The Antichrist” era a mio avviso più vario ed ispirato, ma questo “Metal Discharge” è comunque un album assolutamente da non sottovalutare, che con ogni probabilità non farà altro che consolidare ulteriormente la leadership di Schmier, Mike e del nuovo drummer Mark nel genere. Con i Destruction si va sempre sul sicuro, ormai questo è certo!