DESTRUCTION – Spiritual Genocide

Pubblicato il 13/11/2012 da
voto
8.5
  • Band: DESTRUCTION
  • Durata: 00:41:03
  • Disponibile dal: 23/11/2012
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

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Signore e signori, ecco l’album thrash metal del 2012. A distanza, infatti, di un anno dalla pubblicazione di “Day Of Reckoning” (per chi scrive ultimo esempio in ordine temporale di album mediocri in casa tedesca) i Destruction tornano sul mercato con questo “Spiritual Genocide”, un album granitico che bolla trionfalmente i trent’anni di carriera di Schmier e compagni. Questi rinverdiscono i fasti di “The Antichrist” facendo risultare “Spiritual Genocide” un lavoro fresco, intenso e carico di groove come mai in precedenza, caratteristiche, queste, che rendono l’ascolto di questi quarantuno minuti di thrash un’esperienza veloce, selvaggia, coinvolgente e goduriosa. “D.E.V.O.L.U.T.I.O.N.”, “Day Of Reckoning”, “Inventor Of Evil” e finanche “Metal Discharge” verranno spazzati dalla furia di queste undici canzoni a cominciare da “Renegades”, un attacco frontale con un rimpallo di riff iniziale che vi atterrirà. Il brano è un alternarsi di parti lente e veloci, scandite da un lavoro portentoso di batteria che finalmente, dopo il frettoloso daffare su “Day Of Reckoning”, consacra Vaaver come arma in più del combo. E poi Mike: spendiamo qualche parola su questo riffmaker come pochi altri, la risposta europea a Gary Holt. La produzione gli ha consegnato un suono ancora più tagliente – se questo potesse diventarlo ancora di più – e lui ha ripagato ciò con un lavoro di chitarra assolutamente di prim’ordine, risultando veloce e rapido quando c’è da percuotere e lungo e largo quando c’è da rallentare per generare quel groove che è davvero la lieta novità dei Destruction 2012. Qualche considerazione sui brani: la title-track è un capolavoro di maestria chitarristica, con Mike ad arrangiare e Schmier a urlare al microfono il genocidio spirituale in atto nel mondo da anni. Ovviamente lungo la scaletta sono disseminati pezzi tritaossa, sfuriate tutte percussione e doppia cassa come “Cyanide”, e altri più ragionati ma ugualmente accattivanti, come “City Of Doom”. I Destruction risultano, ancora, devastanti nei cori, come nel caso di “No Signs Of Repentance”, quando Schmier urla al microfono il titolo del brano nella pausa dal duro ritmo dell’incedere; mentre altra traccia degna di menzione è “Legacy Of The Past”, sorta di autotributo dove troviamo come ospiti anche Tom Angelripper dei Sodom e Gerre dei Tankard. Vocalmente eccelsa – e come potrebbe essere altrimenti, visto le ospitate? – “Legacy Of The Past” è canzone costruita su riff che si intrecciano e si slegano, dettando i tempi del brano ma sempre senza concedere un briciolo di pausa melodica all’ascoltatore. Si arriva a fine disco senza perdere colpi, senza incontrare filler, cosa che non si può dire delle recenti pubblicazioni dei Nostri. “Carnivore” è uno dei pezzi più carichi di groove dell’intero lavoro, caratterizzato anche da un ottimo refrain, mentre “Under Violent Sledge” chiude a tutta velocità, rapidamente, senza mai cambiare marcia, con una doppia cassa imperante in sezione ritmica, e quindi in maniera trionfale, un album decisamente adrenalinico. Bentornati Destruction e complimenti per i vostri trent’anni di carriera, festeggiati regalandovi e regalandoci queste undici perle di thrash metal cariche di vigore e attitudine, proprio come ai vostri esordi.

TRACKLIST

  1. Exordium
  2. Renegades
  3. Spiritual Genocide
  4. Cyanide
  5. City Of Doom
  6. No Signs Of Repentance
  7. To Dust You Will Decay
  8. Legacy Of The Past (guest version)
  9. Carnivore
  10. Riot Squad
  11. Under Violent Sledge
6 commenti
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