7.5
- Band: DESTRUCTION
- Durata: 01:37:59
- Disponibile dal: 25/09/2009
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Chi conosce i Destruction non avrà certo bisogno di questa recensione per convincersi a mettere mano al portafoglio e andare nel proprio negozio di fiducia ad accaparrarsi il qui presente “The Curse Of The Antichrist – Live In Agony”. Chiunque abbia infatti assistito ad uno show dei tre thrasher tedeschi, ha ben presente quanto adrenalinico e devastate sia un loro set. Bene, tutti gli altri ne avranno prova tangibile con questo doppio live, nel quale troviamo brani registrati in due differenti occasioni. La prima è il terremotante show tenuto al Wacken Open Air 2007, evento con il quale il gruppo celebrò il proprio venticinquesimo anno di attivtà, il secondo è una data del 2008 a Tokyo. I brani contenuti nel lavoro ripercorrono la carriera dei Destruction in lungo e in largo, dai grandi classici come “Eternal Ban”, “Curse The Gods” o “Mad Butcher” sino alle più recenti “Nailed to The Cross”, “Metal Discharge”, “Soul Collector” e “D.E.V.O.L.U.T.I.O.N.” a rappresentare i pezzi più ispirati delle nuove produzioni. Meno incisive invece altre canzoni sempre del nuovo repertorio, come “The Alliance Of Hellhoundz”, con Peavy Wagner (Rage), Bobby “Blit”z Ellsworth (Over Kill), Oddleif Stensland (Communic) e Tom Angelripper (Sodom) sul palco come ospiti, o “Urge the Greed Of Gain”, il cui impatto dal vivo non regge il confronto con i vecchi cavalli di battaglia. Per i fan non mancano le sorprese come la cover dei The Plasmatics “The Damned” o le versioni registrate al Wacken 2007 con ben tre batterie di “Antichrist”, “Reject Emotions” e “Thrash Till Death”, con l’attuale batterista Marc Reign e gli ex Sven Vormann e Oliver Kaiser dietro ai drum kit. Che dire poi di una sempre travolgente “Total Desaster” con l’ex-batterista. Tony Sandmann alla voce e l’ex-chitarrista Harry Wilkens alla chitarra, o della conclusiva “Bestial Invasion” con sul palco tutti gli ex membri finora citati. Un gran macello al limite del confusionario ma anche un piacevole modo di proporre qualcosa che differisca un minimo dal solito live album. La prestazione del gruppo nella stragrande maggioranza delle tracce è ottima e anche i suoni sono più che buoni (non proprio eccezionali solo sull’iniziale “The Butcher Strikes Back”), anche se differenti a seconda che si tratti della registrazione di Wacken o di Tokyo. Se non ci tenete particolarmente ai quadri di casa o all’intonaco delle vostre pareti, allora non perdete l’occasione di sparare a tutto volume questa ennesima dirompente uscita dei Destruction.