7.5
- Band: DEVANGELIC
- Durata: 00:40:44
- Disponibile dal: 27/10/2017
- Etichetta:
- Comatose Music
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“Devangelic is this: 100% brutal death metal, now and forever”. Un’affermazione che sa tanto di manifesto programmatico, pronunciata da una band che alle orecchie di molti ascoltatori suonerà quasi anacronistica, fuori tempo massimo nel suo insistere su soluzioni ormai non più così diffuse e fortunate. I primi anni 2000 sono trascorsi da un pezzo, ma la formazione nostrana – patrocinata ancora una volta dalla solida Comatose Music – continua a non farci caso, riaffacciandosi sul mercato con un’opera a dir poco mostruosa e contorta, figlia delle esasperazioni del vecchio catalogo Lacerated Enemy, Unique Leader e Unmatched Brutality. Un frullato a base di Condemned, Disgorge e Gorgasm che per una quarantina di minuti non intende dare tregua a chi lo affronta, snodandosi attraverso una serie di brani implacabili e soffocanti il cui primo pregio è di riuscire a mantenere alta la tensione, senza scadere nell’eccessiva uniformità che spesso contraddistingue questo tipo di uscite. Merito di un guitar work che, rispetto all’esordio “Resurrection Denied”, ha saputo migliorarsi sia in termini di dinamismo che di vivacità, infittendosi di passaggi tanto complessi quanto accattivanti e sfoggiando una lunga serie di riff evidentemente rifiniti con cura certosina. A sostenere tutto questo corollario di break, contro-break e stop’n’go al cardiopalma, in grado di terrorizzare i neofiti e mettere alla prova i più esperti, ecco una prova ai tamburi altrettanto fluida e ricca di inventiva, che dietro il consueto muro di blast beat svela presto tanti piccoli accorgimenti a livello di piatti. Poco o nulla da dire, invece, sulla performance al microfono di Paolo Chiti: il Nostro conferma di essere in possesso di uno dei gorgoglii più abominevoli ma, al tempo stesso, riconoscibili dell’intero sottogenere, e dall’opener “Plagued By Obscurity” alla conclusiva “Asphyxiation Upon Phlegethon” non manca mai di attribuire ulteriore depravazione alla tracklist. Un disco rigorosamente ‘di genere’ e per pochi, questo “Phlegethon”, che tuttavia ci sentiamo di consigliare senza remore a chi ha passato le proprie giornate studiando un “She Lay Gutted” o un “Masticate To Dominate”. Brutalità sfrenata e rigore compositivo ai massimi livelli.