7.0
- Band: DEVILDRIVER
- Durata: 00.41.20
- Disponibile dal: 13/05/2016
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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“Perché i ragazzi dei Devildriver dovrebbero considerare un problema la reunion Coal Chamber? Si tratta solo di una serie di date”. Queste le parole di Fafara ai nostri microfoni anni fa, con un epilogo noto a tutti. Il divorzio artistico con due elementi chiave della band (il batterista John Boecklin, largamente sottovalutato nel settore, e il chitarrista e songwriter Jeff Kendrick) ha delineato il profilo del frontman come leader incontrastato e businessman con pochi scrupoli. “Trust No One” deve quindi chiarire quanto davvero sia sostenibile il taglio dei musicisti, evidentemente infelici di doversi fermare per concedere al capo successivi cicli di album e tour con la sua vecchia band. Per quanto il sottoscritto sia infastidito dal dover ascoltare ‘Dez Fafara & The Devildrivers’, va ammesso che il primo parto dell’attuale incarnazione della band è più che dignitoso, sicuramente quanto il precedente “Winter Kills”. Dal punto di vista vocale siamo davanti all’ennesimo ‘more of the same’: Dez non si sposta di un millimetro e si esibisce nel classico repertorio che, sebbene oggi possa essere considerato ripetitivo, ha il pregio invidiabile di restare immutato per foga ed entusiasmo. Nessun calo di prestazione o ispirazione, al settimo album, non è cosa da poco. Il disco gira sorprendentemente bene grazie al contributo di Mike Spreitzer, che coi suoi fraseggi melodici mantiene vivo il trademark sonoro dei DD, con il conseguente importantissimo senso di continuità di cui la nuova band aveva assolutamente bisogno. Se l’intera raccolta fosse ai livelli dell’opener “Testimony of Truth” e della scoppiettante “Daybreak” potremmo parlare di una nuova giovinezza, ma, pur non essendo a tali livelli, l’ascolto dell’intera opera apparirà piacevole, soprattutto ai fan del gruppo. Il vecchio volpone l’ha fatta franca ancora una volta.