7.5
- Band: DEVIN TOWNSEND
- Durata: 01:00:53
- Disponibile dal: 04/08/2023
- Etichetta:
- Inside Out
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Prosegue la “Devolution Series”, una raccolta di registrazioni dal vivo di Devin Townsend che si affianca alla sua già nutrita discografia ufficiale, per testimoniare serate o tournée particolarmente interessanti e sfiziose. Per questo terzo capitolo, si torna al passato recente dell’artista canadese, ovvero al tour di “Empath”, l’ultimo prima della pandemia che ha interrotto le attività live per un paio d’anni.
I più attenti lettori noteranno subito come il tour di supporto ad “Empath” fosse già stato oggetto di una pubblicazione live, ovvero “Order Of Magnitude”, pubblicato tre anni fa. “Live In America”, però, non è una copia del suo predecessore, da cui si discosta molto per scaletta e, soprattutto, concetto: se, infatti, il live del 2020 mostrava l’aspetto più faraonico di quel tour, con una band al completo, un coro, ed una produzione in grande stile, questa nuova pubblicazione racconta una serie di date più minimali ma non per questo meno interessanti. Devin Townsend, infatti, si era imbarcato all’epoca in una serie di concerti con una formazione ridotta, in cui veniva prediletto l’aspetto più istintivo della performance dal vivo: niente tracce pre-registrate, niente click in cuffia, niente cori, orchestre e quant’altro. Solo sei musicisti che suonano una setlist quasi improvvisata, mettendoci tutta la loro enorme classe.
Il risultato è un concerto che stupisce per la sua precisione e la sua capacità di ricreare le mille sfumature della musica di Devin, pur senza rinunciare a quell’immediatezza che hanno le grandi live band. Così, da una parte abbiamo dei brani suonati alla perfezione come “Hyperdrive!”, “Evermore” o “March Of The Poozers”, che si affiancano ad episodi in cui la band si diverte a cazzeggiare, per usare un termine altamente tecnico: d’altra parte cos’altro aspettarsi da una tracklist che propone un titolo come “Fuck Around Section”? Ed è proprio un episodio come questo a rappresentare al meglio questa uscita: in questa traccia la band propone una versione improvvisata (ma incompleta) di “Earth Day”, probabilmente chiesta dal pubblico, per poi passare a “Sprite”, in una versione priva del coro femminile, anch’essa adattata così, su due piedi.
Allo stesso modo non possiamo fare a meno di stupirci della splendida resa di un brano come “Why?” che riesce a mantenere quella sua aria da musical di Broadway pur senza l’ausilio dell’orchestra e delle basi.
Ed infine citiamo almeno un altro episodio, intitolato “GIGPIG Jam” che, come dice il titolo stesso, non è altro che una jam strumentale onirica, con Devin regalarci delle grandi improvvisazioni di chitarra, ben supportato da quell’altro fuoriclasse di Mike Keneally. Il finale, invece, è un bellissimo sunto delle qualità eclettiche di Devin, con “Forgive Me” a raccontare la parentesi dei Casualties Of Cool, “Love?” a riportarci ai tempi degli Strapping Young Lad, ed infine “Kingdom” a chiudere lo show con un grande classico.
Anche questo terzo capitolo, dunque, riesce a convincere, dandoci diversi spunti che lo rendono appetibile. Chiaramente si tratta di un’altra uscita mirata ad un pubblico di affezionati, ma se, come chi scrive, amate gli album dal vivo, “Empath – Live In America” è un altro tassello da non perdere.
