6.5
- Band: DEVOURMENT
- Durata: 00:47:07
- Disponibile dal: 16/08/2019
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Concetti come ‘innovazione’ e ‘sobrietà’ non sono mai tornati utili a descrivere la carriera dei Devourment. Al contrario, fin dai tempi del semi-leggendario debut “Molesting the Decapitated” (1999), il gruppo texano ha sempre fatto dell’intransigenza più barbara e tetragona il cardine di rotazione delle sue opere, le quali sono puntualmente giunte fra le mani del pubblico dopo anni di silenzi, false partenze e cambi di line-up. “Obscene Majesty” non costituisce affatto un’eccezione alla regola, presentando ufficialmente il nuovo/vecchio assestamento del quartetto di Dallas (fuori Mike Majewski e Eric Park, dentro nuovamente il batterista/co-fondatore Brad Fincher, con Ruben Rosas tornato dietro al microfono dopo una parentesi decennale alla sei corde) e configurandosi come l’ennesimo tugurio di sonorità pazzescamente ignoranti e gutturali. Dieci brani per quasi cinquanta (!) minuti di musica che, fra rallentamenti marcissimi e scariche di blast beat senza controllo – utili più che altro a rimarcare la suddetta componente groovy – si abbattono come martellate sul cranio dell’ascoltatore, implacabili e fermamente uguali a loro stessi.
Questo, in sostanza, è sia il più grosso limite che il più grande elemento di fascino della proposta dei Devourment: con simili presupposti l’effetto ridondanza della tracklist è inevitabile, ma per ogni episodio tirato per le lunghe (“Profane Contagion”, “Sculpted in Tyranny”) i Nostri assestano abilmente una “Dysmorphic Autophagia” o una “Truculent Antipathy”, tracce-caterpillar che, a livello di impatto complessivo e capacità di annegare ogni raziocinio nel sangue, poco o nulla hanno da invidiare alle loro ‘hit’ storiche. In un susseguirsi di vocals abominevoli, riff grassissimi e breakdown da demolizione totale, “Obscene Majesty” è insomma la classica opera firmata Devourment: chiusa in sé stessa, volutamente bidimensionale, ma anche efficace e coinvolgente all’occorrenza, il cui genuino mix di ferocia e pesantezza riesce sempre a strappare un sorriso di approvazione. Per alcuni, il sottofondo ideale di questa torrida estate, insieme alle urla delle pellicole splatter trasmesse a tarda notte in questa stagione.