voto
7.5
7.5
- Band: DHG, DøDHEIMSGARD
- Durata: 00:56:04
- Disponibile dal: 17/04/2007
- Etichetta:
- Moonfog
- Distributore: Audioglobe
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Da sempre ai margini della scena black metal, dei cui fasti hanno partecipato con il primo, straordinario, “Kronet Til Konge”, che sotto la superficie di derivazione hellhammeriana nascondeva pulsioni avanguardistiche più che solide, i Dodheimsgard, ora più semplicemente DHG, hanno condensato nel titolo del proprio nuovo lavoro il proprio status. “Supervillain Outcast”. Supercattivi, perché contaminatori dell’intoccabile paradigma black metal, emarginati, perché poco propensi a riverire le sottili regole di mercato che inevitabilmente intervengono in ogni scena. Far passare otto anni tra un disco di discreto successo come “666 International” e il successore, in effetti, non può essere considerata una mossa avveduta dal punto di vista dell’autopromozione. L’attesa, in ogni caso, non è stata vana. I DHG, band ormai coagulata intorno alla figura di Yusaf Parvez, hanno composto il disco più compatto, coerente ed efficace della propria carriera. Meno scomposto del proprio ermetico predecessore, “Supervillain Outcast” coniuga con sorprendente facilità l’aggressività del black metal più lucido e spietato (ultimi Thorns, tanto per restare in casa Moonfog) con le bizzarrie alle quali la band ci ha abituato. I campioni, le ritmiche disordinate, le sporadiche apparizioni di basi elettroniche (“All Is Not Self”) si appoggiano su un tappeto chitarristico poderoso e sempre tesissimo. Certo, tra i quindici brani che compongono l’album si trovano episodi meno ispirati, ma l’idea complessiva è quella di un lavoro maturo e straordinariamente lontano dalla mediocrità.