7.5
- Band: DIABOLICAL
- Durata: 00:22:26
- Disponibile dal: 07/08/2016
- Etichetta:
- Vici Solum Productions
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La definizione ‘death-thrash’ sta ormai decisamente stretta ai Diabolical, ormai del tutto affrancatisi dal sound di album come “Synergy” e “A Thousand Deaths” a favore di una proposta assai più ricercata e atmosferica. Il precedente “Neogenesis” aveva persino mostrato velleità sinfoniche, ma è con questo nuovo “Umbra” che il gruppo svedese realizza la sua opera più ambiziosa. Si tratta solo di un EP di quattro tracce, ma la maturazione è evidente: il quartetto abbandona le soluzioni extreme metal più tradizionali dei lavori precedenti per gettarsi in un limbo emozionale, nel grigiore di una fase di passaggio che vede regnare inquietudine e obliquità. Quello che traspare fin dal primo ascolto di quest’opera è l’urgenza, ovvero la necessità impellente di esprimere la propria vitalità e la propria rinnovata ispirazione in composizioni dalla discreta durata media. Le strutture appaiono elaborate, ma fluide nello svolgimento: il gruppo ha curato bene gli arrangiamenti e i cambi di tempo, il sound è ricco di elementi ma non lascia spazio alla noia o ad alcun sentore di pretenziosità. Per la prima volta risulta difficile inquadrare le influenze dei ragazzi: cori lontani, parti acustiche, sample e dissonanze arricchiscono puntualmente una sorta di “post” death metal cadenzato che sembra accennare ora ad Opeth, ora a Gojira, ora a Septicflesh, ora a Morbid Angel senza mai concedersi completamente. Ogni episodio denota una propria identità, eppure la tracklist riesce comunque a dare prova di grande coerenza e omogeneità nell’atmosfera. Il talento dei Diabolical in questo EP risulta più che mai autentico: Sverker “Widda” Widgren e soci dimostrano decisamente di saper guardare avanti con una malinconia discreta e con un bagaglio di esperienza sempre più corposo. Non si tratta più di colpire il più duro possibile, nè di impressionare con roboanti tessiture: i Diabolical anno 2016 puntano tutto su un suono dalla grana fine… ambiguo, ansioso, ma davvero penetrante. Non vediamo l’ora di sentire queste soluzioni su un full-length.