7.0
- Band: DIABOLIZER
- Durata: 00:32:08
- Disponibile dal: 07/08/2016
- Etichetta:
- Third Eye Temple
Spotify:
Apple Music:
Da membri di rispettate realtà underground come Burial Invocation, Engulfed e Decaying Purity, ecco arrivare i Diabolizer, quartetto di Istanbul ideatore di un potente e velenoso death metal. “Apokalypse” è una via di mezzo fra un EP e un full-length, dato che presenta cinque brani recenti più due bonus track riprese da un promo del 2012, per una durata complessiva di poco più di mezzora. Un buon biglietto da visita, questo formato, visto che una tracklist di medie dimensioni come quella in questione ci permette di fare conoscenza con lo stile e il potenziale dei Nostri senza finire proprio sul più bello. Se dal punto di vista dell’impatto e dei suoni i ragazzi turchi sono facilmente ascrivibili alla più truce scena death metal europea e trovano in Vomitory e Vader i parenti più vicini – soprattutto grazie a pattern di batteria drittissimi e ad un riffing di chitarra semplicemente barbarico – da quello umorale i quattro sembrano a volte propendere per altre vie, trovando una collocazione più singolare che richiama certo black metal o gruppi death votati alla blasfemia come gli Angelcorpse. Le tenebre sono il cuore del progetto Diabolizer e queste vengono invocate già nell’opener “Process the Void”, il brano più ficcante, dannato ed evanescente del lotto: qui, nella parte centrale, una melodia maliziosa si fa sussurro, si sgrana, si sfilaccia e si smarrisce tra poderosi muri di chitarre e batteria. Con questo episodio la band riesce a mettere subito in chiaro di che pasta essa sia fatta, ben disponendo per il resto dell’ascolto. In ampi tratti del lavoro sembra quasi di trovarsi al cospetto di una versione più sinistra degli ultimi Vomitory e, se non fosse per alcuni uptempo condotti un po’ col pilota automatico, ad “Apokalypse” non sarebbe di certo sfuggita una promozione ancora più convinta. In ogni caso, non possiamo che augurarci che la crescente curiosità attorno alla loro carriera rappresenti per i Diabolizer uno sprone a fare meglio. Del resto, con appena mezzora di musica all’attivo, questo è tutto fuorchè il momento di adagiarsi sugli allori.