DIABULA RASA – Ars Medioheavy

Pubblicato il 10/04/2013 da
voto
6.5
  • Band: DIABULA RASA
  • Durata: 00:44:59
  • Disponibile dal: 11/01/2013
  • Etichetta:
  • Moonlight Records
  • Distributore: Masterpiece

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Ormai parlare di folk metal è estremamente riduttivo: basti pensare alle differenze tra band come Korpiklaani, Eluveitie ed Ensiferum (per citarne tre a caso). Infatti i tedeschi, che respirano metal quotidianamente e – per mentalità teutonica – sono portati ad incasellare e definire, hanno da tempo preso a parlare di Mittelalter Metal, riferendosi a band come i conterranei In Extremo, Saltatio Mortis, Subway To Sally, ecc. E proprio in questo filone va ricercato lo stile degli emiliani Diabula Rasa, anche se la band ci tiene a specificare che il genere proposto è talmente nuovo da necessitare di una definizione ad hoc: medioheavy, da cui il titolo del loro terzo disco “Ars Medioheavy”. Qua ci fermiamo perché, onestamente, l’autopresentazione della band suona un po’ pretenziosa. Come suona questo disco ? Dopo un’ introduzione strumentale, si parte con “Tsanich” canzone tradizionale bulgara, coinvolgente e ben suonata, un ottimo pezzo: se non il migliore del disco, sicuramente il più semplice. Da qui in poi tutto si fa un po’ più strano o forse più consono al progetto che la band di Luca “Diabula” Veroli ha in mente, ovvero lo studio delle atmosfere medievali, della musica, della lingua e del recupero di strumenti più o meno vicini al XIII secolo a cui i Nostri dichiarano di ispirarsi: ghironda, cornamusa, organo, cembalo e “chitarrino di merda”, il tutto unito a basso chitarra e batteria. Se questo rappresenti o meno un genere completamente nuovo, può essere discutibile; di certo, più il disco procede, più si riesce a collocare accanto a musica già sentita (attenzione: parliamo solo di genere, non stiamo dicendo che il disco manchi di originalità, anzi). Pochi, immaginiamo, sapranno cogliere l’unicità dello studio melodico che la band afferma di proporre, anche se -forse – band come Corvus Corax, Ataraxia o i già citati In Extremo avrebbero qualcosa da ridire in proposito. E’ difficile scindere la musica dal valore che i Diabula Rasa vogliono dare ad essa e, probabilmente, si farebbe loro un torto visto quanto tengono a raccontare la loro arte e l’origine di ogni singola canzone. Il risultato è stilisticamente ottimo, molto d’atmosfera e certamente molto colto. Riducendolo, però, agli schemi ed ai termini che tutti conoscono, quello che forse manca è un vocalist con il giusto carisma. Il cantato, infatti, tende ad appiattire un po’ il suono di tutto il disco. Alla fine “Ars Medioheavy” è comunque un disco che denota uno studio impressionante ed una notevole cultura storica e musicale, anche se ha un approccio un po’ elitaristico o, comunque, non proprio diretto e semplice. Si ha, a volte, l’impressione che ci sia un po’ di autocompiacimento e che un pizzico di umiltà non guasterebbe, aiutando il disco a superare certi momenti un po’ ampollosi, in cui sembra che “il fin sia la meraviglia”.

TRACKLIST

  1. Ghirondo
  2. Tsanich
  3. Cataclism
  4. Congaudentes
  5. Madre de Deus
  6. Astarte
  7. In Taberna
  8. Vermell
  9. Maledicantur
  10. Ahi Amours
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