7.5
- Band: DIANA SPENCER GRAVE EXPLOSION
- Durata: 00:24:33
- Disponibile dal: 04/03/2016
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Bisogna confessare che l’ennesimo gioco di parole basato sulla band di John Spencer, come biglietto da visita, era servito a far sbadigliare il sottoscritto, per quanto il significato complessivo possa essere divertente. Ma per fortuna basta tuffarsi nelle note dell’opener “Space Cake” per rimanere semplicemente ammaliati; atmosfere psichedeliche si innestano su una matrice vagamente stoner, e l’avverbio non è scelto in senso critico: il quintetto pugliese, infatti, riesce ad evitare tutti i cliché del genere, mostrando grandi capacità compositive e un sound decisamente personale, che favorisce riff di chitarra trasognati e ricami di tastiera di tutto rispetto. Dietro il microfono, altrettanto efficacemente, si alternano un cantato filtrato, quasi intimista, e brevi scariche più “elettriche” e violente, ad opera – stando ai crediti – di almeno tre membri della band. La successiva “Avalanche” prosegue il trip su una base chitarristica che a tratti sfiora lo space rock, per poi spostarsi su coordinate quasi progressive; e, soprattutto, fa affiorare quella che è probabilmente la principale influenza dei Diana Spencer Grave Explosion: come non citare i Motorpsycho, di fronte alla facilità con cui Nostri trasformano ogni pezzo dall’interno senza perdere mai l’attenzione dell’ascoltatore? E scusate se è poco. In tutto questo ci si affaccia, infine, sulla splendida suite conclusiva, ossia “Long Death To The Horizon”: tredici minuti intriganti ed emotivamente coinvolgenti, che confermano la direzione musicale dei due brani precedenti, ma con maggior potenza e senza un secondo di calo; tanto che, al termine dell’ascolto, dovrete rimettere il brano da capo, per capire come vi abbiano trasportati attraverso almeno quattro temi portanti diversi, per tornare circolarmente alle delicate note di apertura. E aumenta la certezza che ci troviamo davanti a musicisti veramente capaci e appassionati. C’è poco da aggiungere: procuratevi questo EP e consumatelo. Noi, intanto, pregustiamo l’occasione di vederli su qualche palco con la stessa intensità e di vederli debuttare, meritatamente, sulla lunga distanza.