6.5
- Band: DI'AUL
- Durata: 00:34:00
- Disponibile dal: 07/09/2018
- Etichetta:
- Argonauta Records
- Distributore: Goodfellas
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I milanesi Di’Aul si formano nel 2010 e possono vantare al loro attivo un EP e due dischi in studio usciti rispettivamente nel 2013 e 2015. Dopo tre anni dall’ultima release discografica il gruppo ritorna con il nuovo “Nobody’s Heaven”. Cinque brani per trentaquattro minuti all’insegna di un mix tra stoner doom e sludge metal che richiama subito alla mente formazioni come i Crowbar. La lunga title track si distingue per l’incipit di chitarra acustica, lento e soft, dopo pochi secondi entrano in ballo la batteria e parti vocali evocative ed infine la canzone esplode con riff doom e cadenzati, pesanti e marziali. “Black Death” riserva decisamente meno sorprese, proponendo un sound sporco e fangoso a sostegno delle ritmiche heavy e compatte. La scuola di New Orleans ha indubbiamente influenzato la formazione meneghina, che dal canto proprio non fa nulla per nascondere questo amore sudicio e incondizionato. La successiva “Garden Of Exile” mantiene forti le atmosfere stoner doom grazie a riff anni Settanta, sempre mantenuti lenti e molto pesanti. Le canzoni di “Nobody’s Heaven” si dimostrano ben strutturate, ma peccano di personalità. All’ascolto infatti i Di’Aul non brillano certo per la loro personalità, nulla viene inventato, ma diamo atto alla formazione di Milano di aver appreso molto bene le lezioni offerte dai grandi nomi del panorama metal. Ottima la produzione, i pezzi possiedono un sound distorto, marcio e paludoso che colpisce dritto in faccia l’ascoltatore senza il minimo ritegno. I Di’Aul possono essere fieri della loro ultima creatura, che dimostra un buon potenziale. Per emergere in una scena musicale ormai al limite della saturazione è però necessario tirar fuori dal cilindro idee più personali, capaci porre maggiormente sotto i riflettori la band all’interno della vasta moltitudine di release che ogni mese mette a dura prova il portafoglio degli ascoltatori.