8.0
- Band: DIE APOKALYPTISCHEN REITER
- Durata: 00:37:00
- Disponibile dal: 04/05/2011
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Ah, che Dio o chi per esso li abbia in gloria, questi pazzi tedeschi che a tre anni di distanza da “Licht” ci regalano altre undici canzoni, nessuna uguale all’altra, per un crogiolo di stili, soluzioni, influenze e stravaganze tutte di primissimo livello. I cavalieri dell’apocalisse (questo il significato del loro nome) ritengono infatti troppo banale confinarsi in una delle tante sottocategorie del metal, specie quando si è capaci di maneggiare con destrezza un po’ tutti gli strumenti, pianoforte, tastiere, tromba, chitarre acustiche sullo stile latino e altro ancora. Da qualche anno poi il cantato in tedesco è diventato sempre più predominante e solo loro riescono a farcelo sembrare simpatico e accattivante. Il genio musicale dei tedeschi si manifesta quindi in forme sempre diverse. Si prenda l’allegria, quasi Ska, di “Dir gehört nichts”, trascinante nel suo strombettio, ma anche di “Gib dich hin”, dove fischiettii e partiture alla sei corde acustiche formano un mix interessantissimo. I tedeschi non disdegnano, come sempre del resto, brani, o parti di essi, molto tirati e veloci come l’opener “Die Boten” o come la stupenda title track che staccano spesso in armoniose parti melodiche su cui il cantante si eleva prolungatamente. E che dire di “Dr. Pest” (il cui video è bellissimo, da guardare assolutamente), canzone lenta e armoniosa che nel finale assurge a maestosa con l’avvento di un riff enorme, stile Rammstein? Ma c’è anche la strumentale “Heimkehr”, due minuti di poesia, degna di una colonna sonora di un film colossal. L’ottavo album dei tedeschi quindi è l’ennesima gemma incastonata nella lunga discografia di un gruppo fra i più geniali del panorama metal. Una band che fugge i confini, le regole, le etichette, che va oltre sotto tutti i punti di vista. Sia in forma musicale che visiva, sia dal vivo sul palco, i Die Apokalyptischen Reiter dimostrano di essere sempre un passo avanti rispetto alla normalità. Meriterebbero sicuramente di più, ma si sa: i geni sono incompresi.