5.0
- Band: DIMMU BORGIR
- Durata: 00:37:27
- Disponibile dal: 14/11/2005
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Diffidate di questa imitazione di “Stormblåst”. Ignorate le motivazioni che possono aver spinto i Dimmu Borgir a registrare una seconda volta uno dei loro più bei album in assoluto. Ignorate tutto se possibile, perchè il risultato è talmente negativo da far passare queste questioni in secondo piano. Si può pensare a un’operazione puramente commerciale, si può dar credito alle parole del gruppo secondo il quale era sentita la necessità di rifare il cd perchè la produzione originaria non andava a genio. Diffidate di tutto, ascoltate con le vostre orecchie. I Dimmu Borgir hanno cercato, senza per fortuna riuscirci, di adombrare la splendida versione originaria con questo remake insensato, fatto male e registrato peggio. Registrato male perchè tutto è confuso, le tastiere sono in secondo piano, tutto suona impastato rovinando le splendide atmosfere che un tempo questo cd possedeva. Per fortuna esiste sempre la prima version di “Stormblåst”. Purtroppo c’è chi ascolterà per la prima volta le canzoni del cd in questa versione, ignorando quello che si sta perdendo. I Dimmu Borgir non hanno capito quel’era la magia della prima versione, hanno voluto rendere attuale un cd che per fortuna non lo sarà mai, hanno peccato di presunzione e hanno fallito perchè incapaci ormai di sentire col cuore uno stile dimenticato. A parte il fatto che le canzoni sono state accorciate, leggermente cambiate nella struttura e peggio ancora nei tempi, è stata snaturata la forza di uno dei più bei album di black metal sinfonico di sempre: l’atmosfera. Rovinata da una produzione pasticciona, buona superficialmente per via della qualità dei suoni, ma sbagliata nei volumi e in certe soluzioni cardine, questa riedizione ha scordato che le tastiere in “Stormblåst” sono la vera anima. Davvero triste tutto ciò, ancora di più se si pensa che questo rifacimento imbarazzante venderà più dell’originale e verrà innalzato a grande release sulla base di non si sa quale motivazione. Ma chi sa apprezzare la classe pura e naturale fatta esplodere in modo spontaneo senza uno studio scientifico alle spalle allora si terrà ben stretta la versione originale, amandola ancor di più dopo che si è rivelata inarrivabile anche per gli stessi Dimmu Borgir. Se questa nuova versione del secondo full length album dei Dimmu Borgir è in qualche modo lo specchio di come la band intenda nel 2005 il black metal, allora è meglio che in futuro la stessa se ne discosti una volta per tutte. Il passato dei Dimmu Borgir è storia. E tale rimane, non c’è bisogno delle ‘rivisitazioni’.