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- Band: DIO
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Edel
Signore e signori, questo è un grande anno per l’Heavy Metal. Siamo arrivati appena alla metà del 2002 ed il catalogo delle uscite vanta già una serie nomi altisonanti come Running Wild, King Diamond, Blind Guardian, Motorhead, U.D.O. e (soprattutto) Manowar, ma a quanto pare le buone notizie per i Defenders non sono affatto finite! A questa sontuosa lista va infatti ora ad aggiungersi il ritorno sulle scene del “folletto” metal per eccellenza, sua maestà Ronnie James Dio in persona. Si è fatto un gran parlare negli ultimi mesi della direzione che questo nuovo lavoro avrebbe imboccato, e da parte dei suoi fan si era levata più di una voce di speranza sul fatto che “Killing The Dragon” potesse finalmente riportare lo storico singer (ex-Rainbow e Black Sabbath, tanto per citare due nomi a caso) ai fasti che gli competono. In molti infatti sono rimasti delusi dagli episodi più recenti della sua carriera (“Strange Highways”, “Angry Machines” e non ultimo “Magica”), che hanno visto il sound della band andare in cerca di soluzioni più pesanti e per certi versi “oscure” rispetto al classico Heavy Metal infarcito di venature hard rock che aveva caratterizzato i primi, intramontabili album. Ebbene, mi sento di poter dire che questo ritorno si è verificato in pieno; e non solo dal punto di vista stilistico, ma anche da quello qualitativo! Inserite il disco nel lettore e la vostra testolina di headbanger comincerà a muoversi spontaneamente avanti ed indietro sin dal primo riff e per tutti i successivi 45 minuti, cosa che da tempo non succedeva con il buon vecchio Ronnie! In scaletta troviamo subito la title-track: una bordata di metallo classico, sostenuta da un riff di quelli che ti entrano subito nel cervello e da una trascinante cavalcata. Quattro minuti e mezzo di fuoco, in compagnia di una delle voci indiscutibilmente più belle che il rock abbia mai potuto vantare, che nonostante l’età ormai veneranda non mostra affatto cedimenti. La successiva “Along Comes A Spider” è introdotta da una parentesi cupa e cadenzata che fa di nuovo pensare al peggio… e invece no, perché subito dopo esplode un riff che potrebbe essere appiccicato sul dizionario del rock sotto la voce “Heavy Metal anni ‘80”! Una two-hit-combo iniziale in grado di mandare a tappeto (o in estasi) qualsiasi Defender degno di tale nome. Il resto del disco continua a scorrere via su tempi per la maggior parte sostenuti, con una vagonata di riff ispirati e convincenti, al punto che viene da chiedersi dove l’abbia tenuta nascosta RJ Dio tutta questa carica negli ultimi 10 anni. Non c’è che dire, con questo nuovo album il vecchio leone di una volta è definitivamente tornato, ed ha dato un imbarazzante buffetto sulla guancia di chi al giorno d’oggi utilizza le parole “Heavy Metal” con troppa leggerezza. Inchinatevi al cospetto della storia!