7.5
- Band: DIOCLETIAN
- Durata: 00:34:58
- Disponibile dal: 13/05/2014
- Etichetta:
- Osmose Productions
- Distributore: Audioglobe
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C’è del marcio in Oceania. E non lo diciamo per modo di dire, visti gli abomini che puntualmente si propagano da questo angolo sperduto di mondo. Coloro i quali seguono con attenzione gli sviluppi della scena black/death più disturbante e perversa sapranno già a chi ci stiamo riferendo, mentre per tutti gli altri ecco qualche nome utile a rinfrescare la memoria: Heresiarch, Ignivomous, Impetuous Ritual, Temple Nightside, Witchrist… ma non è finita qui, perchè esiste un’altra formazione – non meno ripugnante di quelle appena citate – che da anni sparge sangue e veleno su queste terre. Parliamo ovviamente dei Diocletian, che grazie al nuovo “Gesundrian” (primo frutto della collaborazione con l’attentissima Osmose Productions) licenziano il loro disco più curato e riuscito. Nel nostro ambiente, si sa, etichette improbabili sono all’ordine del giorno per descrivere il contenuto di un’opera, ma nel caso del quartetto di Auckland, Nuova Zelanda, la dicitura “war metal” suona tutt’altro che azzardata, in quanto bastano pochi secondi di qualsiasi brano per ritrovarsi scaraventati nel mezzo di un atroce campo di battaglia, imbrattati di fango e con il tanfo della morte nelle narici. Come nel caso dei precedenti “Doom Cult” e “War Of All Against All”, non c’è spazio per melodie arrembanti o pathos à la Bolt Thrower: la tracklist si configura come un autentico profluvio di urla disumane, chitarre arroventate e blast-beat, con i rallentamenti che a fine ascolto possono essere contati sulle dita di una mano. Ottimi, a questo proposito, i cinque minuti dell’opener “Cleaved Asunder”, perfetti per calarsi nel mood apocalittico del full-length, e le trame elaborate di “Steel Jaws” e “Beast Atop The Trapezoid”, in cui la miscela di black, death e thrash dei Nostri raggiunge alti livelli di presa e coesione, imbruttendo la lezione dei vari Angelcorpse e Morbid Angel con la pazzia tipica del roster Nuclear War Now!. Questi i cosiddetti “highlights”, ma non si può certo dire che i restanti episodi deludano le aspettative, sfoggiando anche nei momenti più sfrenati e terra-terra un riffing ispiratissimo (sentite lo stacco di “Wolf Against Serpent”!), figlio illegittimo di quello adoperato oltre due decadi fa da Bestial Warlust e Blasphemy. Un piccolo “must” per tutti coloro che amano ricoprirsi di pelle, cartucce e borchie, che celebra la definitiva consacrazione di una band ormai leader del versante underground più crudo e spietato. Se cercate una carneficina con cui sollazzarvi nei prossimi mesi, ora sapete dove trovarla.