4.5
- Band: DIRTY ROCKERS
- Durata: 00:47:42
- Disponibile dal: 12/03/2010
- Etichetta:
- Controtempo Produzioni
Spotify:
Apple Music:
I Dirty Rockers sono cinque ragazzi pronti ad invadere la terra conl’intenzione di portare tanto sesso, alcool e rock’n’roll, ma le lorolodevoli intenzioni naufragano inesorabilmente a causa di un songwriting troppo acerbo ed inconcludente, oltremodo penalizzato dall’elevatominutaggio dei brani che fa registrare preoccupanti cali di tensione per tutta la durata del disco. Stilisticamente, ci imbattiamo in una sortadi hard rock’n’roll che in alcuni frangenti lambisce territori heavycome in "Soulbreaker" e "Corri Nel Grano"; i due chitarristi ValerioQuercioli e Jacopo Fallai, infatti, aggiungono in tutte le canzonitroppa carne al fuoco con ritmiche pseudo-intricate e svisate solistesovente poco ispirate, ma nonostante ciò riusciamo a trovare qualchespunto decente nell’hard rock classico di "Purple Graffitti", enell’heavy tune "S.I.N." (il riffing di quest’ultima ci ha ricordatovagamente i Ratt più sgraziati dell’omonimo EP d’esordio che si sposanocon i Judas Priest più classici). Il drumming di Jamil Cappelli è troppo banale e scolastico, privo del giusto groove che quantomeno renderebbeil disco più accattivante, ma il punto più basso lo raggiungiamo con laperformance del cantante Matteo Benci, decisamente anonima, priva dimordente ed alquanto imbarazzante nelle parti acute. Se a questopasticcio aggiungiamo una produzione decisamente opaca ed un missaggioche imprigiona il sound, possiamo affermare senza riserve che lafrittata è fatta.