7.0
- Band: DISARMONIA MUNDI
- Durata: 00:45:28
- Disponibile dal: 12/06/2006
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Disarmonia Mundi: una band, un piccolo paradosso musicale. Partito bene con l’esordio “Nebularium”, il combo torinese, perseguitato da cronici problemi di line-up, ha fatto il botto con il seguente “Fragments Of D-Generation”, platter professionalissimo e vincente, accolto bene ovunque, non troppo su queste pagine web: la somiglianza stilistica con il lavoro dei Soilwork post-“The Chainheart Machine” risultò drammaticamente spinta, e non solo per l’entrata in formazione di Bjorn “Speed” Strid, ottimo vocalist della succitata formazione scandinava. Ebbene, a distanza di due anni, il Mondo In Disarmonia si ripresenta al via, grazie a questo “Mind Tricks”, disco che tutto sommato conferma pregi e difetti dei nostri. Nostri che, purtroppo, si riducono ormai ad atipico terzetto, composto dal leader tuttofare Ettore Rigotti e da due cantanti, Claudio Ravinale per un approccio più acido e simil-black e, ovviamente, “Speed” Strid con il suo imperioso growl e la sua bellissima voce pulita. Si diceva di pregi e difetti di questa terza fatica… I pregi: death melodico da manuale, suonato, prodotto (il mixing è stato svolto ai Fredman Studios), interpretato e offerto al pubblico in maniera perfetta; canzoni catchy, potenti, melodiche fino all’osso, che davvero sembrano essere scevre da difetti, soprattutto per chi fa del melo-death il proprio pane quotidiano; arrangiamenti magistrali, cambi d’atmosfera dove e quando servono, strofe assassine, incroci di voci spettacolari, riff e ritmiche ultra-bombastiche, chorus davvero esaltanti. Insomma, l’ABC del metallo melodico ed aggressivo sembra essersi concentrato in questi tre quarti d’ora di musica, lanciando i Disarmonia Mundi in un firmamento di stelle lucenti. Ma…c’è un ma: i difetti, appunto! Anzi, IL difetto. Ancora una volta, l’influenza Soilwork raggiunge livelli esorbitanti: tra “A Predator’s Portrait”, “Natural Born Chaos” e “Stabbing The Drama”, “Mind Tricks” si inserisce alla perfezione, tanto che, pur cercandoli, è realmente difficile trovare “punti di stacco” tra lo stile dei Soilwork e quello dei Disarmonia Mundi. Forse la title-track e “Last Breed” hanno qualche spunto leggermente diverso…peccato che però vadano a finire dritte in territorio ultimi In Flames. E’ una situazione abbastanza imbarazzante, a dire il vero: ripetiamo, i brani sono bellissimi, molti addirittura anche più riusciti di parecchie composizioni made in Soilwork, ma qui, oltre a non esserci un briciolo d’originalità, sembra esserci proprio voglia di scimmiottamento. Essendo stati piuttosto severi in occasione del giudizio di “Fragments Of D-Generation”, stavolta abbondiamo di mezzo punto, giusto per la cristallina qualità dei dieci brani componenti il disco. A parte, lasciateci citare “M.F.W.”, la cover di “Mouth For War” dei Pantera: benissimo risentirla con suoni moderni e ultrapieni, ma perché limitarsi a riproporla esattamente uguale? Inutile. A voi la scelta, quindi: bravi i Disarmonia Mundi lo sono. Se vi basta…