DISEASE – Into The Red

Pubblicato il 03/02/2021 da
voto
7.5
  • Band: DISEASE
  • Durata: 00:58:22
  • Disponibile dal: 29/01/2021

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Ci sono diversi modi per poter tradurre in musica le proprie sensazioni, le proprie emozioni: mentre alcune band preferiscono racchiuderle in un linguaggio consolidato, che si esplica in generi ben definiti e facilmente riconoscibili, ve ne sono altre che preferiscono invece trascendere da questi schemi: ne consegue, in quest’ultimo caso, la necessità il più delle volte di intraprendere un percorso più difficile, forse anche delicato, perchè implica la necessità di instaurare in qualche modo un rapporto con l’ascoltatore, che dev’essere disposto ad un piccolo sforzo per metabolizzare quel messaggio e farlo proprio.
I Disease sono un fulgido esempio di come si possa suonare musica pregna di emozioni, tradotte in un linguaggio sonoro che si muove tra vari generi, senza che sia possibile ricondurli ad uno in particolare. Nati nel 1994 come gruppo più incline ad un classico thrash/death, hanno attraversato quattro decadi, navigando nell’underground, vivendo cambi di line-up e soprattutto sviluppando un sound particolare, che ha accolto elementi post e nel quale si è fortemente accentuata la componente prog. Questo loro nuovo full-length, intitolato “Into The Red”, è in qualche modo un album tematico, nel quale la band esplora, attraverso vari argomenti (sdoganamento dell’odio, volontà di rimarcare differenze e divisioni, senso di alienazione, strumentalizzazione politica, pregiudizi, ignoranza, ecc.), un’analisi di tanti problemi che affliggono la nostra società, spesso ulteriormente aggravati dalla pandemia: “Into The Red” rappresenta una sorta di lucida reazione a tutto ciò, nel tentativo di saper prendere forza da una serie di valori e riuscire a non perdersi nella disperazione o nell’indifferenza.
Ogni brano rappresenta dunque una trasposizione in musica di questo stato d’animo, di questa voglia di non arrendersi: questo avviene con tracce costruite intorno a riff decisi, come l’opener “Mirror’s Edge” oppure, con risultati altrettanto efficaci, con tracce molto articolate e dal minutaggio più elevato, come nel caso della titletrack. C’è anche un leggero sapore settantiano nei riff iniziali di “Nemores Dianae”, mentre in “I, The Visionary”, il cantato in italiano avvicina lo stile maggiormente al glorioso prog rock tricolore, nelle sue espressioni più grintose e vigorose. Decisamente più atmosferica e malinconica risulta invece “The Lake In The Winter”, interpretata da una voce femminile, quella di Valeria Dori, ma già prima, nella tracklist, questa era preceduta da “Invisible Martyr”, una traccia aggressiva, con un intermezzo però carico di feeling che di fatto la rende più onirica e suggestiva nella seconda parte. In chiusura, viene riproposta come bonus track anche una nuova versione di “My Long Journey”, una traccia già presente nell’album “5th Wave, Endless” del 2005, che chiude idealmente questo viaggio sonoro. Solo idealmente però, perchè, parafrasando il titolo dell’album, il ‘rosso’ che tinge l’alba è il “preludio di un nuovo giorno” e la vita va avanti con tutte le sue strade da scoprire e con tutti i suoi problemi da affrontare.

TRACKLIST

  1. Mirror's Edge
  2. Nemores Dianae
  3. Lucid Hallucination
  4. Into The Red
  5. Invisible Martyr
  6. I, The Visionary
  7. The Lake In The Winter
  8. My Long Journey (Bonus Track)
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