6.0
- Band: DISEASE
- Durata: 00:44:54
- Disponibile dal: 15/08/2011
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Con il nuovo lavoro “The Stream Of Disillusion”, messo a disposizione dalla band in download gratuito come il suo predecessore, i Disease compongono il loro album più complesso, ma – purtroppo per i Nostri – anche il meno riuscito. I ragazzi di Genzano puntano tutto su un progressive sempre estremo ed iperbolico, spruzzando il tutto di un afflato death metal ed aggiungendo elementi groove piuttosto persistenti. Dopo un’intro di chiara inflessione tooliana, eccoci catapultati all’interno dell’album da “A New Closer Hypocrisy”, sorta di rivisitazione in chiave groove dei Pain Of Salvation; le idee, qui come negli altri brani del lavoro, sono di discreta fattura, l’esecuzione è all’altezza, ma le capacità di scrittura non paiono delle migliori, prova ne siano le melodie inserite a iosa nel brano, che difficilmente vanno oltre la banalità. In aggiunta a tutto ciò, le clean vocals di Flavio Tempesta sono decisamente anonime; molto meglio quando il singer si cimenta con lo screaming. La successiva title track amplifica il groove, che arriva a ricordare certe cose dei primissimi Extrema, mentre le complessità ed il mood del brano richiamano gli Eldritch più incazzati. Ancora una volta, le melodie non sono azzeccate, così come non azzeccato è lo stacco death all’acqua di rose posto a metà brano, seguito da un assolo che non porta da nessuna parte. Anche “Infinity: Enter The Wave” è un episodio non particolarmente riuscito: a fronte di una struttura più semplice e vicina al death, la band sciorina dei pregevoli assoli progressivi che però non riescono a salvare una traccia fin troppo lunga e monotona. Bene invece il prog schizoide e paranoico di “Release The Emptiness” ed il groove molto intenso di “In This Moment”, che gode di buoni momenti solisti e di un nemmeno troppo sopito spirito hard rock. Da segnalare anche la coraggiosa versione di “Empty” degli Anathema, anche se l’originale è su un altro pianeta. Insomma, i Disease vanno senza dubbio incoraggiati per la sfrontatezza con la quale affrontano il genere e per un’indubbia perizia tecnico-strumentale. D’altra parte, però, vi sono delle melodie veramente scontate e scolastiche e delle partiture fin troppo confusionarie che affossano anche i momenti migliori di “The Stream Of Disillusion”. In questo caso non possiamo andare oltre una sufficienza risicatissima e tirata per i capelli. Speriamo in qualcosa di meglio strutturato per i lavori a venire.